Di Giorgia Izzo. Correre, correre ed ancora correre. Questo è ciò che passa per la mente a chi pratica la corsa.

Ognuno ha il proprio motivo per correre, che può essere per dimagrire oppure per scappare da qualcosa o qualcuno, o meglio ancora per staccare la spina. Ognuno di essi però, per un motivo o per un altro, è accomunato dalle stesse sensazioni: il cuore che batte a mille, l’adrenalina che scorre nelle vene e le gambe che sembrano fluttuare.

Per un corridore tutto ciò è il suo pane quotidiano e anzi più corre e va veloce e più percepirà queste sensazioni triplicare.

C’è un proverbio che dice che ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre.

Ora immaginate di essere un’atleta che sta presenziando ad una gara, vi trovate in pista, insieme ad altre 7 persone, la sentite l’adrenalina mista alla paura e all’ansia?

Ma adesso non c’è tempo per pensare a ciò perché una voce dall’altoparlante vi sta comunicando di mettervi in posizione per partire. Siete pronti e non aspettate altro che lo sparo che vi comunica il via. E poi lo senti e capisci che è arrivato il momento di correre, di dare il massimo. In quella frazione di secondi non hai occhi che per la pista di fronte a te, per quei pochi metri che ti separano dal traguardo, e tu corri, più che puoi, tanto da non sentire più il tuo corpo perché ormai è partito e si sta dirigendo verso la fine, verso la vittoria o la sconfitta.

Eppure una volta superata quella linea bianca, nonostante la stanchezza sarai felice, perché ti sei sentito vivo come non mai.

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