Di Vega Merida Martin. Con l’arrivo della stagione estiva gli affitti stagionali continuano a crescere. I sindacati criticano il fatto che il Ministero dell’edilizia abitativa dia più importanza ai datori di lavoro immobiliari che a coloro che vedono l’abitazione “come un diritto”.

Era il 14 aprile dello scorso anno quando venne chiuso il patto tra ERC, Bildu e Governo, che prevedeva limitazioni sugli aumenti dei prezzi degli affitti. Un anno dopo è ancora tutto uguale.

Dall’annuncio di questa nuova legge, ciascuna delle misure presentate è stata oggetto di dibattito sociale. Da un lato c’è chi ritiene che questa legge sia più che necessaria e addirittura insufficiente. E coloro che sono contrari sottolineano che questo pacchetto di misure costituisce un’illegalità, oltre ad un’ingerenza nella proprietà privata, che corrompe le basi del liberalismo.

Tenendo conto che il prezzo delle case è ai massimi storici e che il prezzo degli affitti è indicizzato all’ultimo contratto e può aumentare solo del 3%, ciò non spingerà i proprietari a perdite economiche e di potere d’acquisto. Ricordo che stanno avendo profitti mai visti prima e aumenteranno del tre per cento in più. Ciò che è veramente drammatico è che, nelle aree stressate, il pagamento dell’affitto rappresenta il 70-80% del salario dei lavoratori. E, del resto, la presidente della zona di tensione per eccellenza, Madrid, ha già annunciato che non metterà in pratica nessuna di queste misure, poiché ne ha il potere, poiché è sua responsabilità. Per quanto riguarda la costruzione di case popolari, non capisco chi potrebbe essere contrario, siamo lontani anni luce dalle quote dell’Unione Europea. In Spagna lo stock di edilizia sovvenzionata costituisce solo il 2,5% mentre la media europea è del 26%, e alcuni paesi superano il 24%.

L’ultimo provvedimento da evidenziare è la data e l’ora degli sfratti. Non puoi vivere con l’angoscia di non sapere quando verrai cacciato di casa e vivrai per strada.

Le misure fanno ben sperare, soprattutto la volontà di regolamentare questo problema che colpisce direttamente la maggioranza degli spagnoli.

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