Di Leonardo Funel. L’associazione italiana di oncologia medica (AIOM) ha presentato in senato una campagna che riporta l’attenzione sui danni causati dal fumo, che consiste nell’inserire una “tassa di scopo”, aumentando i prezzi delle sigarette di 5 euro dal 2025, al fine di raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro da destinare al Servizio sanitario nazionale (Ssn). In Italia il 24,5% degli adulti fuma e questo “vizio” causa oltre 93.000 morti ogni anno. La tassa di scopo sulle sigarette può essere uno strumento utile nella lotta contro il fumo, ma deve essere progettata con attenzione per evitare effetti indesiderati. È sicuramente vero che aumentando il prezzo delle sigarette, rendendole meno accessibili, potrebbero scoraggiarsi molti fumatori, soprattutto i più giovani che non hanno ancora un lavoro, ma è altrettanto vero che questa tassa potrebbe portare diverse problematiche; in primo luogo, non sempre una popolazione a basso reddito è in grado di adattarsi a un aumento dei prezzi in poco tempo, e potrebbe continuare a fumare levando la priorità a spese essenziali, inoltre una tassa così elevata potrebbe stimolare il mercato nero. Tralasciando le dinamiche economiche, sicuramente (AIOM) non sbaglia con il progetto di informazione riguardo i rischi di tumore rivolto ai giovani, considerando che il 44% dei consumatori di tabacco iniziano a fumare da minorenni. La prevenzione del fumo tra i giovani è una delle chiavi per ridurre l’impatto devastante di questa abitudine sulla salute pubblica.