Inghilterra/corsa nei bunker. Di Leonardo Funel. In Inghilterra è stata percorsa la prima maratona sotterranea nei bunker della seconda guerra mondiale, in cui veniva monitorata l’avanzata degli alleati durante l’invasione della Normandia. Sono serviti caschetto e torcia agli 87 partecipanti che hanno corso in questo “storico” evento. Sono stati percorsi 460 metri di tunnel sotterranei, per un totale di 91 giri raggiungendo la distanza standard di 42 km, in un bunker della marina reale a Portsmouth. Guardando le varie registrazioni della maratona, è facile accorgersi che i corridori vanno molto lenti e procedono con cautela, per la paura di sbattere la testa contro tubi bassi. Mentre per noi sembra un’assurdità, un ambiente scomodo, pericoloso, per le persone che hanno affrontato la guerra quello era probabilmente uno dei pochi posti dove si sentivano al sicuro, dove paradossalmente potevano “respirare”. Sicuramente questa esperienza non è stata solo una sfida fisica, ma anche un viaggio nel passato, offrendo una riflessione sulle difficoltà e sul sacrificio vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Una connessione unica tra sport e memoria storica. Affrontare un ambiente del genere, tra umidità e claustrofobia, non dev’essere stato per nulla facile per i maratoneti, ma sicuramente la consapevolezza che altri prima di loro erano riusciti a resistere ha fornito un supporto fondamentale. Quando ci ritroviamo in luoghi con questo valore storico, nasce in noi il desiderio di empatizzare con le persone che gli hanno vissuti e sicuramente i loro sacrifici hanno dato la forza ai corridori inglesi di arrivare fino alla fine. Ma fa male immaginare che in quei tunnel sotterranei, mentre oggi i maratoneti hanno corso nella speranza di raggiungere un traguardo, 80 anni fa, altre persone correvano nella speranza di vivere giorni migliori, giorni di libertà e di pace.