Di Matteo Grassi. Ieri sera è andata in scena allo stadio Olimpico, lo scontro principe della ventiquattresima giornata, Roma-Milan. Arrivati a questo punto del campionato questa partita assume un’importanza quasi determinante per il proseguo della stagione delle due squadre. Da una parte la Roma che deve dar prova di riuscire, finalmente, a battere una big, mentre dall’altra parte il Milan che dopo le ultime pesanti sconfitte in campionato si è staccata dall’Inter capolista. Fonseca nonostante le tante assenze in difesa e l’assenza di Dzeko,su tutte, decide di optare per il consueto 3-4-2-1, a comporre il terzetto difensivo due interpreti “inediti” Cristante e Fazio, per il resto l’allenatore portoghese schiera i titolari. Pioli per sua fortuna non ha moltissime assenze, ma come già si vociferava alla vigilia della partita, per scelta tecnica preferisce il giovane Tomori al capitano Romagnoli. Eccetto questo importante cambio, Pioli si affida ai suoi trascinatori nel consueto 4-2-3-1. La partita parte subito con ritmi altissimi, i primi venti minuti sono un dominio Rossonero, due goal annullati per fuorigioco , una traversa colpita e svariare occasioni fallite. Inizio shock per la Roma che appare ferma, incapace di far partire l’azione se pressata alta e senza un’idea chiara di gioco. Per fortuna dei giallorossi, il risultato resta fermo sulla parità, ciò da modo alla Roma di provare a svegliarsi, affacciandosi nella trequarti avversaria. La Roma riesce a creare diverse occasioni su tutte, un goal annullato e un tiro terminato a lato da posizione favorevole. Agli sgoccioli del primo tempo però l’episodio che cambia la partita: Fazio,in ritardo, tenta l’anticipo su Calabria, pestandogli un piede, l’arbitro in un primo momento non ravvisa l’irregolarità, salvo cambiare idea una volta chiamato al VAR. Rigore per il Milan. Kessie lo realizza e il primo tempo si chiude con un parziale di 0-1 . La ripresa è intensa, vibrante e ricca di occasioni da una parte e dall’altra. La Roma sembra essere entrata con un approccio diverso rispetto al primo tempo, del tutto positivo. Teoria che viene confermata dopo appena 5 minuti di gioco: Veretou lascia partire un destro imparabile che finisce alle spalle di Donnarumma, trovando così il goal del momentaneo pareggio. In questo momento della partita gli uomini di Pioli sembrano essere andati in totale confusione, mentre la squadra di Fonseca comincia ad alzare il pressing, cercando di sfruttare il momento di debolezza degli avversari. Ma è solo illusione, poiché al minuto 58 l’errore in fase d’impostazione di Pau Lopez permette a Calabria di crearsi l’azione conclusa poi da Rebic con un tiro di sinistro, che vale il vantaggio per il Milan.
Mentre i rossoneri sono costretti a sostituire pezzi da novanta ,come Chalanoglu, Ibrahimovic e Rebic, a causa di dolori fisici, la Roma sembra crescere, soprattutto dopo l’ingresso in campo di El shaarawy e Diawara. Le occasioni cominciano ad arrivare, ma non vengono mai sfruttate.
Nel finale tante recriminazioni: il direttore di gara non vede il blocco irregolare di Theo Hernandez su Mkhitaryan, all’interno dell’area di rigore, ma decide di fischiare un fallo in attacco e punizione a favore dei diavoli. Il Var decide di non intervenire e tutto passa inosservato, lasciando molti dubbi. Così come rimane dubbio anche il contatto tra Karsdorp e Leao nell’area di rigore di Pau Lopez, ma anche qui il Var incomprensibilmente decide di rimanere spento.
La Roma spreca l’ennesima occasione di battere una big e non solo subisce la fuga del Milan, ma anche il sorpasso di Atalanta e Juventus, uscendo cosi dalla zona Champions League. Mentre il Milan può ritornare a sorridere, si riporta a meno 4 dall’Inter capolista.