Di Anna Spanò. Donne, ragazze, madri, figlie, le vediamo tutti i giorni dal finestrino della nostra macchina, appostate sul ciglio della strada. Il nostro sguardo ostile su di loro, di disprezzo, di giudizio, di certo uno sguardo non benevolo ma di condanna, di scherno e di compassione. Le vediamo sfilare sulle passerelle delle strade più trafficate, mettendo in mostra il loro corpo, che diventa merce per clienti abituali e non, che hanno una vasta scelta, tra donne di ogni genere, in prevalenza provenienti da paesi dell’Africa e dell’Est Europa. I motivi che spingono queste donne a prostituirsi sono molteplici e variano dal paese di provenienza. Alcune di loro sono costrette dalle loro famiglie, dai loro padri e mariti, dove ancora purtroppo, regna una cultura maschilista. Spesso è la miseria, il tasso di povertà del loro paese che le spinge a scappare, alla ricerca di un migliore stile di vita. Giovanissime, partono intraprendendo un viaggio di sola andata, con l’obiettivo di fare soldi il più velocemente possibile, rincorrendo un sogno che si tramuterà in incubo. Attratte dal lusso, da abiti firmati e ristoranti stellati, vengono adescate da uomini violenti e pericolosi, arruolati nella criminalità organizzata, che le accolgono, le fanno grandi promesse, le fanno sentire speciali, per poi minacciarle e svenderle al miglior offerente. Vengono trasformate in oggetti del desiderio, preparate per soddisfare ogni tipo di istinto sessuale e bestiale. I clienti sono spesso uomini soli, che reprimono i propri sentimenti, lontani dalle relazioni sociali, ma non solo. C’è un’ altra categoria, i cosiddetti uomini stressati. Mariti e padri, uomini in carriera, imprenditori, politici, professionisti, nascondono i loro vizi, diventati abitudine, che maschera squallore, impotenza, repressione. Dove l’atto sessule diventa pura merce di scambio, quasi fosse un taxi: salgo…pago…scendo. Se ci soffermassimo sulla storia di ognuna di queste donne, non vedremo solo donne oggetto, pronte a tutto per il denaro, ma ci ritroveremmo davanti ad una realtà molto più triste, segnata da sogni infranti, speranze soffocate e violenze fisiche e morali.
Non c’è tutela, non c’è rispetto, da parte degli uomini che avevano promesso di proteggerle e di aiutarle, al contrario le sfruttano e lucrano sulle sulle loro sofferenze.
Penso a quanti uomini perdano la propria dignità, rubandola alle donne che pagano per avere un rapporto sessuale, lasciando un profondo vuoto.
Si dice che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo, di certo non tra i più nobili, ma in continuo aumento. Sarebbe un’ utopia pensare di poterla eliminarla dal mondo, ma di gran lunga migliorabili possono essere le condizioni in cui queste donne vivono.