Di Elisabetta Di Pasquo . Non c’è confine alla violenza. In Italia i numeri sono sconvolgenti: da inizio anno di 263 omicidi, 109 son stati femminicidi, uno ogni 3 giorni. Solo il 15% denuncia.
Abbandono e indifferenza. Esattamente quello che vivono le donne vittime di violenza in Italia.
Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Camera dei deputati si presentava così: 8 deputati su 630 ad ascoltare le parole della ministra per le Pari opportunità.
La verità è che non hanno lasciato da sola Elena Bonetti, hanno lasciato sola ogni donna che ha subito e subisce violenza.
Ecco qui le due facce della violenza, non solo chi certi gesti li compie, ma anche chi volta le spalle, chi ride, chi sminuisce, chi non vuole vedere. Anche gli indifferenti sono carnefici.
Il femminicidio infatti non riguarda solo l’atto finale ma include violenza fisica e psicologica, sessuale ed economica in ambito sociale, lavorativo e familiare.
Nessun uomo saprà mai come ci si sente ad essere donna, in un mondo dove le donne devono pensare a cosa dire, a cosa indossare, a come devono apparire, a come devono camminare. In un mondo dove le donne hanno PAURA di essere donne.
Paura di essere aggredite in strada, di camminare sole di notte, di essere molestate, di essere picchiate nella loro stessa casa, paura di essere costantemente giudicate: indossi una gonna corta? Sei una poco di buono, indossi un top scollato? Stai cercando di provocare.
Vorremmo vivere in un mondo dove siamo PARI agli uomini, dove non dobbiamo sentirci in colpa per essere nate quello che siamo.
Vorremmo vivere in un mondo dove non sentire più frasi del tipo “poteva chiudere le gambe/ non lasciarlo/ non uscire da sola”, “se l’è cercata”, “se non si fosse vestita così, lui non…”.
Vorremmo vivere in un mondo in cui non sentire ogni tre giorni la notizia di una donna uccisa, vorremmo una parità reale di salario e di trattamento sul luogo di lavoro.
Nel 2021 ci troviamo ancora a dover educare uomini, insegnargli a rispettarci non solo come donne ma come ESSERI UMANI, ad ascoltare le nostre opinioni senza alzare la voce, ad accettare un no, a non farci sentire inferiori e sminuirci e soprattutto che non siamo di loro proprietà.