Di Davide Schiavone. Al termine dell’adolescenza è difficile porre un freno al proprio desiderio di realizzazione e di scoperta del mondo che ci circonda, a vent’anni ci si sente padroni del proprio destino. A volte è così, le proprie decisioni influiscono su quello che sarà il percorso di vita, altre volte ci si trova a fare i conti con la realtà e con gli imprevisti. I ventenni del nuovo millennio sono stati colpiti da un enorme imprevisto della storia, il Covid. La pandemia ha completamente annullato il naturale percorso dell’individuo alla fine del periodo adolescenziale e che si affaccia al mondo degli adulti, un momento della propria vita dove il rapporto interpersonale è indispensabile per la crescita individuale.
i rapporti con gli altri sono al centro delle problematiche adolescenziali già prima del periodo Covid e la pandemia non ha fatto altro che aggiungere carne al fuoco. Sono numerose le statistiche che mostrano come siano aumentate le problematiche psicologiche derivanti dalla pandemia e a subirne più di tutti le conseguenze sono proprio i giovani. Viene sdoganato il tabù dello psicologo, una figura utilissima soprattutto in un periodo simile, ma che veniva sempre associata agli internati da manicomio, ma è evidente che non sia così.
Potenza e vulnerabilità sono due facce della stessa medaglia se parliamo di ventenni, una non esclude l’altra e una accompagna l’altra nella crescita dell’adolescente che si appresta a diventare un adulto consapevole della strada che sta percorrendo.