Di Alessia Varlotta. I casi di trasmissione di infezione durante i rapporti sessualità sono in crescente aumento, soprattutto tra gli underground 30; sono infezioni che se contratte e non curate in tempo, possono danneggiare gravemente la salute dell’individuo.
Spesso inoltre le persone che hanno queste infezioni non presentano sintomi, pertanto possono trasmetterla inconsapevolmente durante rapporti non protetti.
Quando si parla di questo tra i giovani la preoccupazione che emerge è quella di una gravidanza indesiderata, in realtà la preoccupazione maggiore dovrebbe essere quella di proteggersi da infezioni batteriche e virus.
Tra le più comuni infezioni batteriche ci sono: la clamidia, la gonorra e la sifilide.
La clamidia si manifesta con bruciori intimi, perdite vaginali e prurito, se trascurata nella donna può andare ad alterare la regolarità del ciclo mestruale.
La gonorrea presenta gli stessi sintomi della precedente e, se trascurata negli uomini, può portare ad una ridotta fertilità.
La sifilide non ha sintomi evidenti ma se non viene trattata per tempo, può causare danni al sistema nervoso, disordini mentali o morte.
Tra i virus più comuni invece abbiamo L’HIV e l’HIV.
L’HPV oggi è l’unica infezione riconosciuta come causa del tumore della cervice uterina ed è inoltre coinvolta in altri tumori genitali sia maschili che femminili, extragenitali, faringe e laringe.
Nel 2008 però c’è stata l’approvazione dei vaccini per la prevenzione di questa malattia, vaccinazione consigliata e gratuita fino ai 12 anni di età. Per prevenire poi un eventuale tumore alla cervice uterina c’è il pap-test che indaga le alterazioni della cellula in questione.
Per quanto riguarda L’HIV, nonostante i progressi per combatterla, non è da sottovalutare; si presenta con sintomi tra cui febbre, sfoghi cutanei e ghiandole ingrossate e porta ad un grave indebolimento del sistema immunitario, aumenta il rischio di infezioni o contrarre altri virus.
Quando si parla di salute non esistono tabù ma solo prevenzione, per questo è importante contattare ginecologi e andrologi che possono risolvere eventuali dubbi attraverso esami del sangue specifici, per arrivare poi ad avere una diagnosi e di conseguenza una terapia specifica.
Proteggersi non è una scelta ma un dovere verso sé stessi e il prossimo.