Di Noemi Ciani. Le disparità salariali tra uomo e donna rappresentano una questione di lunga data, che continua a persistere negli anni senza margini di miglioramento. È un fatto che influenza profondamente la realtà economica di molte nazioni, inclusi i paesi più sviluppati. Nel tempo le donne si sono battute per far si che queste disparità non accadessero più ma guardando in faccia la realtà questo obiettivo non è stato ancora raggiunto.Si tratta di un mondo del lavoro che non è davvero strutturato per accogliere, rispettare e premiare le donne allo stesso modo degli uomini. Guardare in faccia la realtà significa anche riconoscere che, in molte occasioni, le donne sono spinte a interiorizzare questa disuguaglianza. Non si tratta più di una vera discriminazione, ma di una condizione che viene accettata come “normale”. Le donne, in un certo senso, imparano a convivere con questa disparità come se fosse una parte inevitabile della loro vita professionale, quasi come una costante che non si può cambiare. Purtroppo, queste disuguaglianze non solo compromettono le opportunità economiche delle donne, ma hanno anche un impatto profondo sulla loro autostima e sul loro benessere.

Nonostante gli sforzi fatti rimane un fenomeno disastroso che contribuisce a rafforzare la percezione di inferiorità che molte di loro si trovano ad affrontare giornalmente sul posto di lavoro. Questo evento le può portare anche a sentirsi meno valorizzate rispetto agli uomini, nonostante spesso svolgano lo stesso lavoro o abbiano competenze equivalenti. La percezione di dover accettare stipendi inferiori rispetto ai colleghi maschi che può causare una diminuzione della fiducia in sé, a una sensazione di inadeguatezza. Anche senza forme di discriminazione diretta, i pregiudizi di genere possono influenzare la percezione delle capacità delle donne sul lavoro. Le donne possono sentirsi costantemente sotto esame, costrette a dimostrare di essere “abbastanza competenti” o “abbastanza forti” per svolgere certi ruoli. Questo crea una pressione psicologica che può portare all’abbandono del posto di lavoro, specialmente quando le donne sentono di non essere rispettate o riconosciute come meritevoli.. Il fatto che molte donne, dopo anni di impegno e sacrificio, debbano decidere di allontanarsi dal lavoro a causa di queste ingiustizie è davvero triste. Questo non solo danneggia le donne, ma ha anche un impatto negativo sull’economia e sulla società in generale, perché si perde una risorsa enorme di talento, esperienza e potenziale. Questa differenza che si è creata non e solo una questione di numeri, ma un sintomo di un sistema che, spesso senza volerlo, alimenta una visione distorta del valore del lavoro femminile. Non si dovrebbe mai dimenticare che ogni donna che si trova costretta a fare questi sacrifici sta perdendo molto più di un semplice stipendio o di una carriera: sta perdendo fiducia, opportunità e dignità. E questo è qualcosa che, come società, dobbiamo assolutamente cambiare.