Di Elisa Fralleoni. Sarà fatta giustizia per il giovane personal-trainer di 24 anni che lo scorso 23 ottobre è stato ucciso in zona Appio Latino a Roma. Dopo un mese di silenzio sul caso, ecco la svolta; i sei indagati per l’omicidio di Luca Sacchi andranno a processo immediato il 31 marzo prossimo. Sul banco degli imputati i due autori materiali dell’aggressione Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accompagnati dalla fidanzata della vittima, Anastasiya Klymenyk e l’amico di infanzia di Luca, Giovanni Princi (entrambi accusati per tentato acquisto di droga). Giudizio immediato anche per Marcello De Propris, accusato di concorso in omicidio, e il padre Armando, il vero proprietario dell’arma del delitto, accusato di detenzione di droga.
Quella che si credeva una compravendita di droga finita male nasconde dietro sé un lato ancora più oscuro e maligno; l’omicidio era premeditato. Luca si è trovato disteso a terra, in una pozza di sangue, ferito da un colpo di pistola alla testa. Una pallottola che probabilmente era indirizzata ad un’altra persona, forse alla stessa Anastasiya che quella sera si trovava lì per acquistare degli stupefacenti. Un’ipotesi da sempre sostenuta dalla famiglia che dal giorno dell’omicidio ha confermato il fatto che Luca fosse un bravo ragazzo, di sani principi. Un uomo che è stato ucciso per volontà di altri. Un giovane tradito da chi aveva giurato di amarlo. Persone che come sostiene il padre di Luca hanno una responsabilità morale sulla morte del figlio «Ci sono dei responsabili materiali che meritano di scontare il massimo della pena e poi c’è chi, per la morte di mio figlio, ha una responsabilità morale. Quella persona è Anastasiya che si è portava via Luca e ha permesso che accadesse tutto questo. Per me lei e i killer di Luca sono la stessa cosa. Ergastolo per chi ha sparato e fornito la pistola. Per lei e Princi una condanna esemplare. Lui si è preso una pallottola destinata a loro perché i killer erano andati lì per uccidere qualcuno, ne sono sicuro. Lui è morto per difenderli e loro sono scappati».
Questa tragica vicenda sembra finalmente vicina alla svolta finale. Luca e la sua famiglia meritano giustizia e ci auguriamo che il processo dinnanzi alla corte d’Assise sia in grado di donargliela.