Di Asia Santi

É giunta l’ora di eliminare i taboo e le visioni maschiliste che vengono alla luce durante il periodo carnevalesco.

Le donne dicono basta ai giudizi e bruciano i vestiti accollati che i mariti gelosi impongono. Vediamo donne vestite da quelle che sono le più grandi lottatrici della storia del mondo: sopracciglia alla Frida Kahlo, abiti eroici alla Giovanna D’Arco e tessuti indiani che ricoprono il corpo come quelli di Indira Gandhi (prima donna a ricoprire l’incarico di Primo Ministro in India).

Il mondo femminile è stanco del solito stereotipo di “principessa” che attende inerte un principe che la salvi e la mantenga a vita.

Hanno voglia di essere scoperte in tutti i sensi: il corpo femminile vuole rivendicare il proprio diritto ad essere mostrato senza proibizioni o discriminazioni. Non bisogna aver paura di essere additate come “poco di buono” o addirittura “prostitute”, come se questi fossero insulti. Chi utilizza termini del genere per descrivere una donna che, alla base, vuole solo la propria libertà e vuole solamente divertirsi a carnevale senza pensare al giudizio altrui, non risulta “figo” o “più uomo”, ma ignorante e bigotto (con una chiusura mentale al limite dell’ accettabile).

Questo é un periodo in cui ognuno può diventare chiunque voglia; altri invece possono essere semplicemente chi sono realmente, togliendosi dal viso quella maschera sociale che sono costretti a portare per sentirsi accettati ogni giorno.

Nessuno si sentirà giudicato o guardato in modo malevolo.

Le drag queen verranno ammirate per la loro bellezza ed i loro colori, ma anche per il loro modo di sentirsi vive, in pace con loro stesse e con il proprio corpo.

In molti paesi il carnevale è diventato un evento per la lotta della parità; come ad esempio in Brasile, dove le donne (stanche della violenza che spesso subiscono per la loro volontà di vestirsi come vogliono) hanno formato un blocco femminista che critica il maschilismo e l’immagine sessualizzata delle ballerine brasiliane: è un blocco femminile che sfida il carnevale di Rio.

Vediamo sempre di più immagini stampate sulle confezioni dei travestimenti femminili che ritraggono modelle perfette, che non rispecchiano assolutamente tutte le donne per quello che sono realmente: non è giusto prendere in considerazione unicamente un bel corpo, ma conta anche la mente e la personalità che c’é dietro la semplice scelta di un costume per carnevale.

Dunque donne, sbizzarritevi; per un giorno potrete diventate il Clyde di Bonnie e Clyde, l’ Emmeline Pankhurst del XXI secolo. Rompete gli schemi e i clichè, ballate fra la folla incredula, e lottate per quello che desiderate essere.

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