Di Fabiola Capone Braga

L’altra volta abbiamo parlato di come l’universo si è formato, ora parleremo dei suoi abitanti.
Partiamo dal primo, il più vicino alla nostra stella: Mercurio.

E’ visibile “solamente” 6 volte al giorno, 3 la mattina prima dell’alba e 3 dopo il tramonto.
Per questo suo “PASSEGGIARE” indisturbato tra la Terra e il Sole, al pianeta furono dati tanti nomi fino a chiamarsi Mercurio. I primi a venerarlo furono gli Egizi dandogli i nomi di Stella del mattino e Stella della sera, a cui furono affiancate le figure del dio nefasto scacciato dalla luce del sole nascente Seth, e quella del dio benigno Horus. Solo dopo con i greci, e più avanti con i romani, il pianeta divenne un dio a tutti gli effetti. I primi gli diedero i nomi di Apollo, dio che col suo carro portava la luce, e Hermes, dio della velocità e messaggero degli dei. I romani furono gli ultimi a modificare il nome di questo pianeta, chiamandolo con il nome di un dio molti simile a Hermes, sempre veloce e dio dei ladri: Mercurio.
Oggi si sa il perché della sua velocità di rivoluzione, ma vediamo meglio.

PER LA SCIENZA

Mercurio è il secondo pianeta più piccolo del sistema solare, con un diametro di soli 4875 km (rispetto ai 6378,135 Km terrestre) ed ha un ambiente estremamente ostile, con temperature che variano dai 430°C durante il giorno, ai -180°C durante la notte. La sua superficie è molto simile a quella lunare in quanto è perennemente bombardata da meteoriti.
LA STRUTTURA
Se la superficie del pianeta è molto fragile, come quella lunare; il suo nucleo contiene ferro pari al 42% del suo volume attuale, mettendolo al primo posto nel sistema solare per quantità di ferro. La cosa strana di questo pianeta è che, se al suo interno presenta una quantità abnorme di questo materiale, sul mantello e sulla crosta non ve ne è traccia.
ATOMOSFERA
Ha un’atmosfera molto rarefatta, che viene chiamata temporanea per il suo continuo cambiare di elementi e per la sua continua necessità di rifornimento. Stando così vicino al sole la maggior parte dei gas contenuti nell’atmosfera si disperde nello spazio.
LE CARATTERISTICHE
Essendo così vicino al sole, lo studio di questo pianeta è stato arduo, ma siamo riusciti a creare una mappa geografica di mercurio, scoprendo che la maggior parte dei crateri presenti sulla sua superficie, non sono stati creati da meteoriti, ma da vulcani che hanno incurvato lisciato la crosta.
MARINER 10
Fu l’unica sonda a vistare Mercurio, facendo arrivare sulla terra circa 200 immagini della parte in ombra del pianeta.
EINSTEIN E MERCURIO
La posizione del perielio (momento del pianeta più vicino al sole) di Mercurio si sposta di più rispetto alle teorie del moto di Issac Newton. Nel 19° secolo si ipotizzò che l’esistenza di un pianeta chiamato Vulcano, interno all’orbita di Mercurio, fosse la causa di questa anomalia; ma con la sua teoria della relatività generale del 1915 Einstein suggerì che fosse lo spazio vicino al sole a essere curvo, quasi sconvolgendo la teoria del moto di Newton.

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