Di Lorenzo Giannetti

Volge al termine un altro anno accademico ed è tempo di bilanci. Sono entrato nell’aula di TVGNEWS a metà del suo percorso ma non mi sono mai sentito indietro o meno considerato. L’impostazione del corso mi ha spinto a confrontarmi con molti dei miei limiti dati dalla mia timidezza e poca intraprendenza. Nonostante questo ho deciso di non abbandonare il corso per mettermi alla prova su quei punti per me dolenti ma di fondamentale importanza nella professione che vorrei fare, il giornalista. Il lavoro compiuto da Marco, Giulia e Giovanna non è stato solo quello di insegnare l’arte e le tecniche di questo mestiere, ma soprattutto di tirare fuori da noi la partecipazione in prima persona e l’esporre le nostre opinioni anche se diverse da quelle della maggioranza. Così fra rubriche, articoli, inchieste video e dibattiti in classe ognuno ha avuto il proprio spazio personale e personalmente ho cercato di mettere del mio in ognuno di questi spazi concessi. La parte più tecnica del corso mi ha messo un po’ in difficoltà: mi sono scontrato con la mia idea di giornalismo, una concezione che mi sono costruito da persona fuori da questo mondo professionale. Ho scelto per me la redazione cultura e mi sono stati affidati nel particolare molti articoli a carattere medico. La mia impostazione però era molto scolastica ed enciclopedica e dunque non risultava d’appeal per un possibile pubblico. Anche questa è stata un ulteriore sfida: cambiare il modo in cui ho da sempre scritto. Indipendentemente dal fatto che io ci sia riuscito o meno, questa esperienza mi ha sicuramente aiutato a crescere perché ho vissuto da protagonista, come tutti gli altri, il corso che mi ha messo davanti molti ostacoli come ho già detto. Penso che creare un corso che simuli una redazione giornalistica sia un’impresa che richiede moltissimo impegno e passione, per questo devo ringraziare Marco per la sua disponibilità nonostante il suo lavoro da giornalista professionista sia molto impegnativo e dispendioso. Anche se come ho già detto soffro di timidezza, credo sempre che il contatto con altre persone sia fondamentale e questo percorso ci ha messo tutti nelle migliori condizioni per far ciò dato il clima familiare. Uno dei rimpianti che ho avuto è stato quello di aver “scoperto” il corso solo a metà anno accademico: sono sicuro che con più mesi a disposizione non solo mi sarei integrato maggiormente nel gruppo ma avrei anche migliorato la mia tecnica di scrittura giornalistica. Nel complesso però sono soddisfatto e certamente non me ne vado a mano vuote. Spero inoltre che la nostra esperienza di quest’anno possa aiutare i futuri studenti non solo a vivere le nostre stesse esperienze ma anche a migliorarle con nuove idee e passione.