Di Elisa Alfano
L’industria della moda, un mercato che si è espanso negli ultimi 50 anni e che vanta da solo 2,5 migliaia di miliardi di dollari, adesso sta attraversando una transazione infatti con l’avvento di Internet e dei negozi online il negozio fisico è sempre meno frequentato. Occorre suddividere però la l’industria della moda in due grandi settori : la moda economica e la moda di lusso. Se infatti si hanno le possibilità di andare ad acquistare in un certo tipo di negozi, quali Gucci o Chanel, l’esperienza del negozio fisico è quasi sempre quella prescelta. Se invece si sta parlando della moda “pret a porter”, come H&M o Zara, l’acquirente medio spesso preferisce acquistare online. Ma perché questi negozi sono così economici? La risposta è evidente, si utilizzano materiali scadenti che hanno durata limitata e possono nuocere alla nostra salute per tossicità. Inoltre in questi negozi ogni anno vengono accantonati migliaia di tonnellate di vestiti rimasti invenduti poiché si produce troppo, utilizzando materiali per lo più poco ecologici che una volta rimasti invenduti sono anche un grande peso per lo stesso smaltimento. Infatti secondo D.it sono da attribuire a questo settore il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica nonché la produzione di più gas serra rispetto a tutti gli spostamenti navali e aerei del mondo. Il consumatore finale deve quindi sapere cosa sta comprando. E cercare, per quanto possibile di andare incontro alle esigenze del pianeta.

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