Di Stefano Ianieri. Nel nuovo governo Pd e M5S dovrebbero conoscere cosa sia la vergogna.
E’ una emozione, dell’auto-valutazione di un fallimento nel rispetto delle regole, agli scopi ed ai modelli di condotta che dovrebbero essere condivisi dagli altri.
La vergogna è anche una emozione sociale che si prova quando si teme un fallimento personale: posizione questa quanto mai oscura al politicante di oggi
L’esempio più lampante ed attuale è quello che è avvenuto nel nostro Paese l’Italia.
Come sappiamo negli anni passati si è votato con un sistema elettorale Proporzionale modificato dal parlamento sotto la guida Renzi, un clamoroso fiasco di cui purtroppo ora ne paghiamo le conseguenze.
Comunque nel 2018, avrebbe vinto il centro-destra ma siccome non arrivò al 40% soglia che avrebbe dato il premio di maggioranza, e si dovette ripiegare un’accordo M5S e Lega, eterogenei, ma entrambi motivati ad un cambiamento.
Il primo sintomo di rottura fu con le elezioni europee del 2019 dove ribaltò la leadership politica in Italia dove la Lega ottenne il 36% dei voti.
Da quel frangente politico il M5S cambiò tattica, in Europa votò a favore per le elezioni del Presidente del Parlamento Europeo e di altre cariche istituzionali di faziosità sinistroide e dunque dei poteri forti.
Tale situazione si è spostata in Italia nel governo giallo/verde mettendo una serie infinita di No a tutte le richieste leghiste di cambiamento.
Questo portò alla crisi di governo intrapresa dalla Lega stanca dei no del M5S.
La chiesa cattolica avrebbe fattola voce da padrone suggerendo al Presidente della Repubblica Mattarella, la candidatura di Conte II.
Noi cittadini assistiamo al tramonto di una idea di rinnovamento, con una unione che la vergogna dovrebbe farli arrossire e nascondere.

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