di Concetta De Giorgi. Non siamo alla frutta, quella è da tempo nel piatto. Siamo al ridicolo, al grottesco, alla farsa…e se vogliamo dirla proprio tutta all’offesa. Roma è una città  abbandonata a sé stessa dove degrado ed immondizia fanno da padroni in tutti i quartieri: dalla periferia al centro, lo spettacolo che ogni giorno questa città ci offre è deplorevole con cassonetti stracolmi di spazzatura che si accumulano dentro, sopra, accanto lasciati in questa condizione da tempo memorabile circondati da una puzza nauseabonda. A coronamento di questo schifo si aggiungono: siringhe, feci di cani, materassi, sedie ecc., che invece di essere portati presso le isole ecologiche vengono abbandonati per strada il tutto condito dalla presenza sempre più invadente di ratti, gabbiani e persino cinghiali.

AMA Roma è la società di pubblica utilità del Comune di Roma per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani, ma anche per la realizzazione dei servizi cimiteriali e per il mantenimento del decoro urbano. Una società che fino a tre anni fa chiudeva i propri bilanci in attivo, invece nel 2018 questa azienda municipalizzata ha chiuso con un bilancio in rosso e rischia il fallimento.

Gli impianti di trattamento, prima dell’incendio scoppiato l’11 dicembre 2018 nell’impianto di trattamento meccanico-biologico del Salario, erano cinque, ora sono rimasti in quattro e trattano solo un terzo dei rifiuti indifferenziati, l’8% della differenziata, e il 6% della frazione organica. Il resto e i residui del trattamento sono spediti in giro per l’Italia e all’estero (in Austria, Grecia e Portogallo), con una spesa di 40 milioni l’anno, secondo la Regione Lazio.

La Regione Lazio quest’estate in piena emergenza ha imposto al Comune di Roma di provvedere nel più breve tempo possibile alla creazione di nuove discariche ed inceneritori, la Sindaca Raggi a Luglio affermava che Ama sta lavorando ad una soluzione del problema. Questo ci ha portati  all’ennesima dimissioni del CdA di Ama che scaturiscono dalla mancata collaborazione tra Comune e la società partecipata, in quanto quest’ultima viene trattata come un soggetto privato avversario del settore pubblico.

Adesso l’appello alla cittadinanza: ridicolo quanto inutile, rivolto ai cittadini l’amministratore unico di Ama Stefano Zaghis di tenere i rifiuti a casa per evitare l’aumento in modo esponenziale dell’abbandono dell’immondizia aggravando ancora di più l’emergenza rifiuti, in vista dello sciopero generale indetto dai sindacati confederati il 25 ottobre che dovrebbe bloccare Roma, ma questo basterà per denunciare la sua lenta agonia?

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