Di Fabiana Donato. Tutti online, in una società sempre meno connessa. Milioni di persone utilizzano i social network, padroni indiscussi del mondo della comunicazione 3.0, ma sono pochi a riconoscerne il vero valore. Strumento utile, ma subdolo. Cosa si cela dietro il mondo digitalizzato?

Non esistono guide che possano indicare il corretto utilizzo dei social, ma dovrebbe esistere in ogni persona un’etica capace di indirizzarlo nel più inoffensivo uso. Hanno semplificato la vita, basta citare, Facebook, Whatsapp, Instagram, Linkedin, Twitter, e ancora Tumblr, Meetup… permettono di contattare persone care e lontane in tempo reale, condividere i contenuti che più piacciono, persino partecipare a convegni dall’altra parte del mondo. C’è un meccanismo che però a volte nasconde delle insidie, difficili da riconoscere alle volte, ed altre da combattere. Possono sembrare familiari, ma sono strumenti nuovi, di cui si conoscono le conseguenze solo quando non si sa come risolvere i problemi. I Social influenzano il nostro stile di vita, specialmente nel modo di approcciare. Il problema non è solo l’insicurezza che finisce presentarsi in chi ha difficoltà a mettersi in gioco, la questione si complica quando questi entrano nelle grinfie di chi è troppo sicuro di sé o “maturo”, e usa i social per vantaggi perversi e per danneggiare l’altro. Adolescenti che non si sentono a proprio agio con il loro corpo, o pre-adolescenti che non lo conoscono, ma si convincono di si, cadono nelle trappole dei social.

Il Sexting, è una pratica in cui i ragazzi si fotografano in pose provocanti e le inviano a chi sono interessati. Questo fa sentire più sicuro chi si fotografa, portando allo scatto di foto “più spinte” o a fare dei video pornografici, finendo per far cadere in questo gioco meschino, chi si stava pericolosamente sentendo apprezzato. Chi riceve queste foto, può spingersi oltre, ricattando la vittima per i propri scopi, divenendo un bullo che provoca pregevoli atti di Cyberbullismo e di Revenge porn, cioè il vendicarsi di quella persona, spogliandola della sua intimità e facendo della sua fragilità un’arma, pubblicando questi contenuti nelle piattaforme online, con un semplice clic.

E’ un abuso dei Social, di mezzi che nati per semplificare la vita, facilmente ne possono distruggere una. Ci sono stati casi di suicidio, gente che per la vergogna non ce l’ha fatta ad andare avanti. Non sarà certo una carta d’identità a risolvere problematiche così complesse.  Il web è uno spazio libero, azzardiamo che permette di cogliere tante opportunità. Ma sarebbe meglio conoscere l’utilizzo corretto di questi nuovi mezzi che mettono a nudo molto più di quello che pensiamo.

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