Di Elisa Fralleoni. Una mamma in lacrime che abbraccia la bara del proprio figlio.  Questa è l’immagine che ha stretto il cuore di tutti gli italiani il 6 novembre, giorno in  cui si sono svolti i funerali di Luca Sacchi. E’ una scena triste che fa percepire il dolore che sta provando la famiglia della vittima, specialmente la madre che ancora si domanda cosa sia successo realmente la sera dell’omicidio. «Voglio sapere perché non ho più mio figlio a casa. Perché è morto? Questo voglio sapere»

A parlare in  chiesa, il cugino Roberto «Ora c’è solo tanta rabbia.  Non è possibile e non è giusto quanto capitato in questo mondo allo sbando, ma le tragedie toccano sempre alle persone buone e Luca era uno di queste. Un ragazzo d’oro che tutti genitori avrebbero voluto come figlio. Sempre col sorriso, pronto alla battuta. Spero  non sia vero e se è vero che il destino è scritto, questo è troppo. Mi consolo pensando che il paradiso avesse bisogno di persone come te o che forse questo mondo è troppo stretto per te. Gli angeli, vedendoti arrivare, avranno gridato che è finita la pace, mi piace immaginarti con nonno che ti protegge. A noi resta il compito più difficile, andare avanti ricordandoti e trasmettendo i tuoi insegnamenti. Da cugino maggiore ti chiedo di proteggere tuo papà, tua mamma e tuo fratello, noi faremo lo stesso.» E mentre la famiglia convive con il proprio dolore per la perdita inaspettata del giovane ventiquattrenne, le indagini degli inquirenti proseguono. Questa settimana sono stati consegnati in  procura i tabulati dei cinque telefonini acquisiti dai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci (quelli di Luca e Pirino, più altri tre di altrettanti giovani che li hanno consegnati spontaneamente).

Proprio dalla verifica dei cellulari è stato  possibile confermare alcune ipotesi del PM.La prima riguarda il ruolo che ha avuto l’amico di scuola di Luca, Giovanni Princi, nell’omicidio. Quest’ultimo conosceva Valerio Rispoli e proprio con lui, la sera del 23 ottobre,  avrebbe fatto da tramite tra il gruppo di Anastasiya e quello di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. La seconda è che i due ventunenni arrestati avevano contatti  con uomini tuttora indagati per mafia. 

Chiaramente, a fronte di queste nuove scoperte, molte persone dovranno essere riascoltate, tra cui la stessa Anastasiya.