Di Alessandro Duca. Nove mondiali vinti, cinque consecutivi, unico pilota nella storia a vincere mondiali in quattro classi diverse… Il palmarès di un alieno? no bensì quello di Valentino Rossi, non un campione di motociclismo, ma per tanti lui è il motociclismo. Una ragazzo che dalla piccola Tavullia è diventato un fenomeno mondiale che ha raccolto fan in tutto il mondo; tutto ciò solo per le vittorie? ovviamente no perché a vederlo correre il nostro italianissimo Valentino sembra un tutt’uno con la sua moto, in un atto quasi romantico, trasformando uno sport fatto di rischio, pericolo e velocità quasi una cosa naturale e armoniosa. Il dottore ha compiuto da poco i 40 anni, ovviamente festeggiati tra un gran premio e l’altro, ma sembra che ormai non riesce più ad esprimere il suo talento e inevitabilmente molti danno la colpa all’età; altri ancora pensano che il problema maggiore è la sua Yamaha che non tiene il passo delle altre case. Ma il dottore è veramente troppo “vecchio”? Non sarebbe meglio chiudere una carriera, dove ha praticamente vinto tutto quello che si poteva vincere, ed andarsene costellato solo di bei ricordi? Analizzando la situazione la risposta è sì, dal momento che il motociclismo è uno sport molto fisico, dove è difficile reggere il confronto con ragazzi di venti, venticinque anni; se aggiungiamo che Vale non ha nulla da dimostrare, quindi, la risposta più logica è sembrerebbe il sì. Ma si può ragionare a suon di logica con ragazzi che rischiano la vita tutte le domeniche a 300 km/h su bolidi di gomma ? La logica non appartiene al loro mondo, ed è proprio per questo motivo che sulla domanda del perché corre ancora, dobbiamo ragionare di sentimento e di passione, un po’ come si parlerebbe di una love story. Quello che sembra evidente è che le corse e, più in generale, il mondo delle corse, è l’ossigeno vitale per Valentino, una cosa indispensabile nella vita di un uomo abituato al brivido del rischio sin da piccolissimo. A dimostrazione di ciò troviamo il fatto che Vale quando scende dalla moto partecipa anche nei rally, gare di Endurance e moto cross. Detto ciò, nonostante una moto non certo performante, è evidente che il peso degli anni si fa sentire e forse, tra il binomio moto-fisico, la mancanza di risultati si deve più alla seconda. Forse in cuor suo il nostro dottore ne è consapevole, ma ha scelto di volere continuare a vivere questa favola fin dove testa e corpo lo permettono e, noi tifosi non possiamo che rispettare la sua decisione, perché in fondo, vedere quel numero 46 in griglia, ci emoziona sempre come fosse la prima volta.
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