Di Fulvio Alviti. Pensate una partita di calcio giocata tra bambini di dieci anni. L’atmosfera molto tranquilla, la passione per il gioco. E poi, dagli spalti, una voce: “negro di m***a”. A urlarlo è una donna, una madre di uno degli altri giocatori in campo.È accaduto durante una partita di calcio, in Brianza. La donna in questione non è stata ancora identificata.
Una donna, una madre che urla una simile offesa ad un altro bambino: senza una logica se non quella della inciviltà, del razzismo, del disprezzo dell’intolleranza al diverso…che poi è un bambino di colore. E  sarebbe bello  poter dire che è un caso isolato, ma fino a ieri, negli stadi della serie A, insulti dello stesso tipo  venivano indirizzati a giocatori più grandi e più esperti, e  più abituati,  a queste offese e ovviamente meglio attrezzati per rispondere a tono. Ma che difese può avere un bambino di dieci anni, la cui unica ‘colpa’ è quella di essere nero nell’Italia del 2019, sommersa ormai da un pericoloso e inquietante rigurgito razzista?
Questo atto di inciviltà estremo è andato in scena in Brianza sabato scorso. Il post pubblicato dalla società Aurora Desio è indirizzato al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, all’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi e alla Lnd-Figc. Secondo quanto riferito dalla società brianzola, durante la partita Aurora Desio-Sovicese, categoria Pulcini 2009, “un piccolo giocatore dell’Aurora, di colore, si sente insultare con quella frase choc – “negro di m***a” – proveniente dai genitori ospiti. La voce è femminile ed è sentita da altri compagni e da altri adulti”.
“Con questa lettera – si legge – l’Aurora vuole pubblicamente denunciare questa vergogna” e “nel prossimo weekend alcune nostre squadre giocheranno col volto dipinto di nero”. Dopo gli insulti il bambino “finge” indifferenza. Con grande coraggio incassa e continua a fare ciò che più ama, correre dietro il pallone e divertirsi con i suoi amici.
L’Aurora Desio ha rivolto la sua lettera anche alla Società Sovicese: “Certi che i vertici della Società condividano i valori di sportività e condannino ogni forma di razzismo – sottolinea la società –  ci si aspetta che venga avviata una indagine interna per individuare chi si è resa autrice di questo gesto incivile, squallido e indegno, nei confronti di un bambino di 10 anni. Finché non sarà individuata e oggetto di Daspo temporaneo dai campi giovanili, ci rifiuteremo di incontrare la Sovicese in qualsiasi competizione ufficiale, anche a costo di rischiare delle multe”.