Di Laura De Pastena. Arriva, ad un certo punto della vita di una coppia, la necessità di costruire con il proprio partner un qualcosa di stabile come una convivenza, un matrimonio o l’arrivo dei figli. La prima conseguenza di questa decisione è la separazione fisica dalla famiglia d’origine, ma non sempre è una decisione indolore. Per trovare un compromesso fra questa difficoltà di separazione e la motivazione per questa separazione, spesso si sceglie un appartamento attiguo o molto vicino a quello della famiglia d’origine. Spesso sono proprio i genitori, dell’uno o dell’altro, a cedere una proprietà non lontana dalla loro.

Le conseguenze di questo “regalo” non si notano subito. Indubbiamente è gradevole avere la famiglia d’origine vicino, ma questo rende indispensabile creare confini e limitazioni. Il fatto che molte famiglie d’origine considerino casa propria anche quella donata alla figlia e al marito (o viceversa), e entrarci quando si vuole, fornisce indicazioni importanti sul mancato svincolo di quest’ultima.

Tenere a bada la propria famiglia d’origine significa definire con chiarezza i confini tra le due famiglie. Non sono rari i casi in cui le suocere/mamme si recano nella casa della coppia per pulire o cucinare. Molto spesso il figlio o la figlia non si rendono conto della gravità dell’incursione nella propria vita matrimoniale. Ciò può generare forti crisi di coppia, in quanto l’altro si sente escluso ed estraneo.

Necessario per un supporto alla coppia è compattezza e empatia con il partner per creare i giusti confini.

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