Di Irene Bollici. Fenomeno molto sottovalutato quello della pedofilia, ormai sempre più presente in luoghi in cui i bambini dovrebbero essere al sicuro come:  gli asili, le scuole, le chiese.

Secondo diverse statistiche solo in Europa gli abusi su minori si sono innalzati, partendo dal 2013, da 2.5 milioni a 55 milioni nel 2018.

Ma questo fenomeno non riguarda solamente l’Europa, non dimentichiamoci di un caso molto simile, addirittura più grande,  che colpì la città di Boston nel 2002, a portate a galla la vergogna e l’infamia  che la chiesa aveva vanamente cercato di seppellire andando anche contro la legge.

Stiamo parlando del Caso Spotlight, dove un gruppo di giornalisti determinati hanno lavorato, indagato e portato alla luce la raccapricciante verità: erano circa 50 gli ecclesiastici carnefici degli abusi su minori.

Questa inchiesta creò un effetto domino nel giro di informazioni non solo negli U.S.A. ma anche nel resto del mondo.Ma oggi concentriamo la nostra attenzione  nel nostro continente, in Italia: parliamo di Michele Mottola ex parroco della Chiesa di Trentola Ducenta, Caserta.

Prete  di 59 anni arrestato dalla polizia di stato su ordine del GIP del tribunale di Napoli, entrato a Trentola Ducenta nel 2017 ha subito presto confidenza con la famiglia di una ragazzina.

Ad averlo incastrato sembra essere stata proprio la vittima a cui prestava attenzioni morbose, una ragazzina di 11 anni, la quale, aveva già riferito più volte alla propria famiglia gli abusi inflitti dall’uomo, ma, sottovalutata in primis dai suoi genitori,  è la bambina stessa a decidere di registrare le conversazioni nella canonica con il prete, raccogliendo così materiale sufficiente da portare alle forze dell’ordine. Una persecuzione conclusasi con l’arresto del cinquantanovenne.

“È solo un gioco, non facciamo niente di male” e ancora “Ma guarda non c’è nessuno. Hai paura? Abbracciami, baciami, lo sai che ti voglio bene” sono queste le parole che dice il prete durante gli incontri con la regazzina.

Vicenda emersa nel Maggio scorso quando Angelo Spinillo Vescovo della parrocchia ha sospeso Michele Mottola.

A  quel tempo le indagini erano appena iniziate, proprio in quel maggio i genitori della vittima avevano consegnato le registrazioni furbamente prese dalla bambina, vennero girate agli Agenti del Commissariato di Aversa, con a capo Vincenzo Gallozzi, ispettore che aprì l’inchiesta.

Tali prove finirono anche sul tavolo del Vescovo che, prese immediate misure canoniche di sospensione e allontanamento dall’edificio. La Diocesi ha infine informato la procura di Napoli Nord che ha avviato le indagini.

La confessione della bambina sembrerebbe essere stata presa in un incontro faccia a faccia con l’uomo, confermando che gli abusi ormai andavano avanti da tempo.

A portate allo scoperto queste azioni ripugnanti furono “Le Iene”, programma televisivo  a cui si sono rivolti i genitori della bambina per sensibilizzare l’opinione pubblica.

Con indagine seguite da quest’ultime sembrerebbe che il prete cercava sempre scuse e modi per poter ritrovarsi solo con la bambina e molte volte, la chiamava in canonica, luogo dove si sarebbero consumati gli abusi.