Di Flavia Romagnoli. “Record per l’Italia: nel 2018 le vittime femminili raggiungono il valore più alto mai censito in Italia”. In occasione del 25 Novembre, la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, questo valore merita una particolare attenzione: mediamente nel totale delle donne dai 15 anni in su, una su tre ha subito una violenza. Ma che si intende per violenza? Spesso si pensa che la violenza contro le donne sia esclusivamente lo stupro consumato, quando in realtà lo stupro è soltanto una sfumatura di essa, anche molto grave, ma non è di certo l’unica forma. Infatti la violenza di genere può avere diversi volti: dall’aggressione fisica, dalle persecuzioni e dalla possibile conseguente violenza sessuale, allo stalking, alle vessazioni psicologiche, ai ricatti economici e alle minacce. E purtroppo, come spesso sentiamo parlare, a volte sfocia nella sua forma più estrema, il femminicidio. Ma come si fa a credere che in un’epoca come la nostra, che si professa civilizzata, questo fenomeno sta raggiungendo dimensioni da definire a dir poco barbariche? E invece è proprio così, viviamo in un mondo in cui essere donna è diventata una sciagura, non è più un privilegio, dove la donna sposata non è più libera di fare ciò che vuole, dove la donna senza nessuna colpa viene punita, dove, appunto, una donna su due afferma di evitare appositamente determinati luoghi o situazioni per paura di essere aggredita: pensavamo di aver superato questo squallore, pensavamo di essere migliori con l’avvento della modernizzazione in diversi campi, invece eccoci qui, viviamo in un mondo in cui i rapporti civili tra i sessi sembrano essere ancora una conquista lontana, soprattutto se si pensa che la maggior parte dei casi di femminicidio sono interfamiliari, cioè sono casi in cui l’assassino della donna è un suo famigliare. Non si può vivere sentendo che il famoso detto “le donne non si toccano neanche con un dito” fa sorridere. Le donne combattono giornalmente per liberarsi dalla violenza in ogni sua forma, ma farlo da sole e farlo “controvento” è davvero difficile: per questo si chiede alle Istituzioni risposte efficaci e fondi per sostenere i Centri Antiviolenza, in cui si vuole educare al rispetto della persona e dei diritti delle donne, e contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata sia di donne che di uomini nella società. Il 25 Novembre è una data importante, per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto e che non possiamo continuare a veder crescere il numero delle donne che subiscono violenza: questa data rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema in tutto il mondo, ma questo non significa che dobbiamo “lottare” solo per un giorno all’anno.