Di Cecilia Cerasaro. È un movimento popolare, quello delle sardine, che nasce dal web e si riversa nelle piazze. Chiedono una politica diversa, che rovesci l’atteggiamento della politica italiana, senza dichiararsi né di destra né di sinistra: a qualcuno sembra di vedere un copione già recitato dieci anni fa dai pentastellati e da Beppe Grillo. Ma le sardine, pur contando fra le loro file molti militanti grillini, sono molto diverse dal Movimento Cinque Stelle.

Innanzitutto il movimento fondato dai quattro giovani emiliani non è, almeno per ora, un partito.

Afferma Mattia Santori, portavoce delle sardine:

L’idea è creare un gruppo di pressione, per presentare alle forze politiche i punti che secondo noi hanno spinto tante persone a riavvicinarsi alla politica. Ogni regione avrà il suo modo di dialogare e il suo punto di contatto.

Non professano il rifiuto in blocco della classe politica dirigente, giudicata dal M5S delle origini indistintamente corrotta, ma affermano dei voler scuotere il Governo e il Parlamento. Non credono nella grande utopia della democrazia diretta e della possibilità di ogni cittadino di prendere decisioni anche su ciò di cui non è competente e non informato, come era negli obiettivi iniziali dei pentastellati. Vogliono piuttosto fondare un movimento di opinione che porti gli italiani alle urne con maggiore consapevolezza.

Gli obiettivi sono forse meno ambiziosi di quelli di Grillo e Casaleggio, ma anche meglio delineati: combattere le dilaganti idee nazionaliste, razziste e reazionarie diffuse da alcuni leader politici, con tutte le sue conseguenze che queste hanno portato. Mentre nel partito di Di Maio convivono tante anime diverse, spesso anche in contraddizione tra di loro – i pentastellati sono stati in grado di allearsi e formare un governo prima con la Lega e poi con il centrosinistra in poco più di un anno – almeno per le sardine una cosa è chiara: non saranno mai dalla parte della destra sovranista, come ripetono sempre nei loro slogan.

Nonostante le polemiche sul mancato posizionamento politico delle sardine, il loro non essere né di destra né di sinistra non è collegato alla rinuncia a un’ideologia precisa in nome della democrazia diretta professata dai pentastellati. Nel M5s il rifiuto di schierarsi ha generato grande entusiasmo ma anche confusione nell’elettorato. I grillini da Parlamentari e Ministri si sono trovati a fare delle scelte senza seguire una linea ben precisa che avesse l’approvazione dei cittadini. Ma d’altronde abbiamo visto Presidenti del Consiglio di sinistra che trascuravano i diritti dei lavoratori e continui cambiamenti di sponda da parte di politici pagati profumatamente o pronti a saltare sul carro del vincitore. Le sardine non dicono da che parte stanno perché le parole destra e sinistra sono state svuotate del loro significato. Però professano i loro valori, come il M5s non ha mai fatto.

Forse proprio per questo tanti elettori del Movimento Cinque Stelle hanno scelto di scendere in piazza con le sardine. Queste hanno infatti radunato tutti coloro che sono stufi di votare un programma elettorale e un’idea del paese che non vedranno realizzati a causa dei continui cambiamenti di alleanze e di orientamenti nei partiti.

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