Di Daiana Cestra. Da quando è apparsa su Netflix, la serie televisiva con Penn Badgley ha catalizzato l’attenzione di molti: addirittura 40 milioni di abbonati l’hanno vista nelle prime quattro settimane di permanenza sulla piattaforma. Un successo, alimentato però da qualche polemica sul suo protagonista stalker.
Intanto la trama, per chi ne fosse all’oscuro: Joe Goldberg – interpretato dal Penn Badgley di Gossip Girl: ricordate Lonely Boy? – è un sensibile e innocuo libraio, appassionato di letteratura, colto, apparentemente molto diverso da molti suoi coetanei tutti donne e soldi e magari droghe.
Uno insomma di cui ci si potrebbe innamorare, specie se piace il genere cuore sensibile. Un giorno nel suo negozio di libri antichi e preziosi entra Beck, aspirante scrittrice molto confusa e ancora alla ricerca di se stessa. Joe decide che è lei la donna della sua vita e che deve averla. All’inizio fa quello che forse tutti un po’ facciamo: cerca notizie su di lei su Google, spia il suo Facebook, prende informazioni in un modo che è un po’ romantico 2.0 un po’ inevitabile in questi tempi in cui non ci sono più segreti per nessuno, la nostra vita è in bella vista su tutti i social. Da qui in avanti però You prende una piega di mistero che nelle ultime puntate vira decisamente verso l’horror, ma lo fa mantenendo il personaggio di Joe abbastanza adorabile e gentiluomo da rendere tutto confuso, tanto che persino quando uccide lo fa sembrare un atto romantico di cavalleria, con l’aggravante che nelle dieci puntate di cui è composta la serie veniamo anche a sapere che Joe è vittima di un’infanzia drammatica e abusiva per mano dell’uomo che l’ha cresciuto al posto dei genitori. Suona familiare? Purtroppo sì, nel senso che è la lettura che troppo spesso una parte della popolazione ancora fa in occasione di orribili delitti in cui le donne vengono massacrate da ex mariti che non si rassegnano, quelle formulazioni tipo “pazzo d’amore” o “ma la amava tanto”.
Alla polemica sulla pericolosità di rendere un assassino una figura romantica ci è cascata con tutti i piedi Millie Bobby Brown, la Eleven di Stranger Things. In una Instagram stories di metà gennaio, la giovane attrice decretava: «Joe non è uno psicopatico, non è uno stalker. È innamorato!». Travolta dalle critiche, Millie Bobby Brown ha nei giorni successivi aggiustato il tiro: «Ho dato un giudizio affrettato, avevo visto solo i primi due episodi. In effetti lui è uno stalker. Ma la serie è bellissima». Il problema è che non è stata l’unica. Su Twitter il numero di donne affascinate dalla personalità di Joe ha raggiunto numeri così preoccupanti che il protagonista stesso, Penn Badgley, si è sentito in dovere di intervenire. A un messaggio di una fan «rapiscimi, per favore» lui ha risposto secco: «no, grazie». A un’altra che si interrogava su cosa ci fosse in Joe da affascinare tanto, ha replicato: «Guarda che è un assassino». Mentre a un’altra spaventata dall’eccessiva romanticizzazione di uno stalker ha risposto: «Hai ragione. Materiale per la seconda stagione». Netflix, infatti, ha già dato un seguito alla seria facendo uscire la seconda stagione poche settimane fa. Tratta dal romanzo di Caroline Kepnes, la serie era stata già trasmessa dalla rete americana Lifetime lo scorso autunno, ma non aveva ricevuto particolare attenzione. Il passaggio a Netflix è stata invece la sua fortuna. Penn Badgley in più di una intervista ha confessato di aver rifiutato il ruolo quando gli è stato proposto la prima volta perché «mi piaceva il progetto, ma non Joe. Lo detestavo. E mi faceva paura».

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