Di Davide Proietti. Stiamo per entrare nella parte più importante del campionato di serie A, quella dove è vietato perdere punti e Gattuso e il suo Napoli preparano la partita che probabilmente stavano aspettando da inizio stagione, quella contro la Juventus allo stadio San Paolo. E non poteva arrivare in un momento migliore con la squadra partenopea che ha ritrovato proprio in settimana dopo molto tempo la vittoria contro la squadra più in forma del momento, la Lazio. Si può quindi parlare di crisi terminata? E’ forse presto per dirlo ma sicuramente la partita di domani ci darà importanti informazioni a riguardo. Quella di coppa Italia infatti sebbene abbia dato alcuni segnali positivi all’ambiente Napoli è stata perlopiù frutto di episodi e quindi mister Gattuso non può ritenersi completamente soddisfatto. In campionato poi la marcia del Napoli è totalmente diversa da quella che lo ha fatto approdare agli ottavi di Champions e dovrà quindi lavorare ancora molto. Nonostante sia ancora un allenatore acerbo però si può senz’altro attribuire per buona parte a lui la reazione della sua squadra nelle ultime giornate che anche se spesso non ha portato ai risultati sperati ha comunque spronato i suoi giocatori a dare ognuno il meglio di sé all’interno del campo e a lasciare fuori eventuali dissidi che possano essere interni alla squadra o verso la società. D’altronde Rino è decisamente abituato a lottare per i suoi obiettivi, gli è sempre stata riconosciuta da calciatore , nonostante la discreta capacità tecnica, l’abilità nel saper gettare il cuore oltre l’ostacolo, di lottare sempre per ottenere il massimo. Magari con un quarto della sua voglia di vincere sarebbe stato un normale centrocampista da medio bassa classifica e ora non staremo neanche parlando di lui perché magari invece che il Napoli si troverebbe ad allenare una squadra di eccellenza in qualche regione d’Italia. Lui però non mollava mai ed ha vinto tutto, e non ha vinto tutto da spettatore ma da protagonista. Le champions e gli scudetti con il Milan e il mondiale del 2006 non sono una casualità, ci ha solamente creduto più degli altri ed è la stessa mentalità che sta cercando di imporre ai suoi calciatori per diventare un top anche della panchina.

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