Di Luca De Lellis. In una venticinquesima giornata dimezzata dall’emergenza Coronavirus a far parlare di sè è sicuramente il sabato di Serie A. Alla venerabile età di 38 anni il “Trenca”, Rodrigo Palacio, spegne i sogni di gloria dell’Udinese e evita ai ragazzi di Mihajlovic la seconda sconfitta consecutiva. Un calciatore che per tutta la sua carriera è stato costantemente sottovalutato ma che, alla soglia dei 40 anni, riesce ancora a fare la differenza con la sua tenacia, con la sua corsa, con la sua qualità, seppure in una piccola squadra. I friulani non ottengono quindi la vittoria, che manca ormai dal lontano 12 gennaio (3-0 sul Sassuolo), non riuscendo quindi ad allontanarsi dal terzultimo posto che dista solamente 5 punti. Il dato preoccupante per la formazione di Gotti è quello dei punti in trasferta: solo 1/3 dei punti totali (27) sono arrivati lontano dalla “Dacia Arena”. Il problema non può che essere quindi mentale: quando la squadra è chiamata a soffrire maggiormente si disunisce e, in alcuni casi, rimedia scoppole come quel 7-1 a Bergamo con l’Atalanta. Normale che un pareggio a Bologna dove molte squadre quest’anno sono cadute non è un cattivo risultato, ma prendere un gol al 93esimo per una disattenzione così fa davvero male.

La Juventus vince il più classico dei testa-coda con qualche grattacapo di troppo. Come ormai accaduto più volte in questa stagione, alla squadra di Sarri piace complicarsi la vita da sola. Dopo una partita non spettacolare già di suo sul piano del gioco, una volta in vantaggio 0-2 ha concesso un rigore evitabilissimo per poi passare 10 minuti di paura..contro il fanalino di coda. Come dice il tecnico bianconero: “La Juventus negli ultimi anni ha sempre sofferto a Ferrara”. Su questo nulla da eccepire: nel 2017/18 finì 0-0, ma era una Spal molto diversa da quella di sabato e che, a fine anno, conquistò la salvezza; la stagione scorsa invece finì 2-1 per i ragazzi di Semplici, ma il team di Allegri aveva già messo abbondantemente le mani sul tricolore. L’importante era vincere, lo dice il motto stesso della società di Corso Galileo Ferraris, ma le modalità devono cambiare in fretta, soprattutto in vista di un finale di stagione rovente. La Juve è in corsa su tutti e tre i fronti: gli obiettivi intermedi, al di fuori della Supercoppa persa malamente con la Lazio, sono stati raggiunti. Ora, però, c’è bisogno di un cambio di marcia perchè questo visto fin ora non basterà per aggiudicarsi la Champions e forse neanche Campionato e Coppa Italia. E’ il momento della verità.

Il pareggio di Firenze lascia l’amaro in bocca sicuramente più al Milan che ha giocato una buona partita, mostrando segnali di crescita costanti soprattutto in termini di personalità (a che serviva Ibra se non a questo?!). Il club rossonero non riesce però a mantenere la scia della Roma, scivolando a 6 lunghezze di distanza, complice anche alcune decisioni poco condivisibili dell’arbitro Calvarese. Se nel gol annullato al fuoriclasse svedese il direttore di gara si limita ad applicare il regolamento, il rigore concesso alla Fiorentina lascia molto perplessi. Romagnoli nell’occasione tocca prima il pallone e poi Cutrone, quindi in questo caso l’addetto al Var avrebbe dovuto chiamare Calvarese a rivedere la dinamica per poi giudicare in maniera più preparata. Tant’è..alla viola va comunque il merito di averci creduto fino all’ultimo per raggiungere quel punticino che serve quantomeno a muovere la classifica, che non cambierà però quella che è l’ennesima stagione anonima di una società che per la sua storia meriterebbe ben altro.

 

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