Di Cristina Pantaloni- 25 novembre 1960, seviziate, violentate e poi uccise, le sorelle Mirabal, su ordine del dittatore della Repubblica Domenicana; il 25 novembre,  giorno in cui si decise di dire basta al femminicidio, basta al perdono. Ancora oggi, in quel giorno, ricorre la “giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, migliaia di persone scendono in piazza per dar voce alle tante violenze nascoste e a quel mostro che tante volte viene perdonato, il femminicidio. Nel nostro paese i numeri prendono voce ed iniziano a parlare chiaro: dal 2000 ad oggi le donne che hanno subito violenza psicologica e fisica, o che hanno perso la vita per le mani di un uomo sono più di 3.000; un numero terribilmente alto, che fa davvero preoccupare, un numero che deve spingere a non dover più tacere simili gesti. Cosi come le strutture per l’accoglienza di donne vittime di abusi e violenze dovrebbero triplicarsi, anche tutta la società, partendo da i più giovani, e ogni organo d’istruzione e d’informazione dovrebbero sensibilizzarsi su un argomento cosi delicato. Ha un grande peso, infatti, l’educazione  e i modelli comportamentali:  un’educazione purtroppo ancora molto sessista e patriarcale che può contribuire a creare sempre più disparità di genere; proprio questa disparità tra la figura dell’uomo e la figura della donna dovrebbe essere del tutto eliminata, perché possibile causa di violenza.