Di Francesca Zaza. Disponibile dal 27 novembre su Netflix , la piattaforma d’intrattenimento per eccellenza, direttamente dalla Spagna, Voces è la proposta cinematografica di questa settimana.

Diretto da A. G. Hernández , il film è stato al contempo amato e criticato: se da un lato,  è stato infatti etichettato come l’ennesimo tentativo di incentrare la narrazione sulla consueta casa infestata da oscure presenze, dall’altro lato, diverse sono state le scelte del regista che gli hanno permesso di allontanare il suo film dalla monotonia e dalla banalità che, con il passare del tempo, caratterizzano sempre di più le storie dell’orrore.

Con un ritmo decisamente incalzante, la vicenda ha luogo in una villa che come da tradizione è isolata in campagna, all’interno della quale si trasferisce una comune famiglia, con il fine di ristrutturarla e rivenderla in un secondo momento. E’ questa la vita di una giovane coppia di marito e moglie che, con il proprio figlio, sono costretti a traslocare continuamente per via del loro lavoro. Questa volta però, qualcosa sembra andare nel verso sbagliato.

A compromettere la serenità familiare, sarà infatti una catena di eventi che, non appena varcata la soglia della porta della nuova casa, inizieranno a manifestarsi con forza, minacciando così la stabilità dei due genitori e del piccolo Eric.

Ciò che però accade inizialmente non è che l’inizio di un incubo senza fine, che darà filo da torcere ad ognuno dei protagonisti, senza fare alcuna distinzione.

Fin dal primo istante ,  nel villino, che diventerà ben presto una vera e propria ‘’carneficina’’,  aleggia un’atmosfera piuttosto tetra e misteriosa. Non a caso, a primo impatto l’abitazione, in totale contrasto con le case in cui generalmente sono ambientati i film di genere horror , sembra quasi essere in uno stato di decomposizione. A sottolineare quest’ultimo aspetto è la strana e costante presenza di grandi quantità di mosche sulle pareti dell’edificio, che senza dubbio non è passata inosservata all’occhio vigile dello spettatore più attento ai minimi dettagli.

Se la scelta del regista di mostrare la continua ‘’partecipazione’’ dell’insetto apparentemente innocua non suscita inquietudine, saranno invece i walkie talkie, con i quali il bambino gioca, a provocare non poca suggestione al pubblico. Difatti da essi provengono delle voci ‘’minacciose’’ che sembrano avere cattive intenzioni sulla famiglia e che spingeranno il protagonista a contattare un esperto di ‘’ psicofonia’’, che dopo la morte della moglie, si è immerso nello studio del paranormale.

Ed è proprio la psicofonia, ossia la registrazione di voci dall’aldilà mediante strumenti di vario tipo,  il punto di forza di ‘’Voces’’, sebbene sia stato, al tempo stesso, anche oggetto di critica da parte di coloro che credono che un elemento così importante, che avrebbe potuto diversificare in modo notevole il film dai suoi precedenti e in un certo senso renderlo unico , non sia stato sufficientemente sviluppato, cadendo piuttosto nella superficialità.

Di maggiore rilievo è, invece, la figura del ricercatore  del paranormale , che con la sua tenacia e la sua forte personalità, ha conquistato non poco il cuore degli spettatori. Sarà infatti lui ad avere un ruolo determinante nella scoperta della vera storia delle terribili presenze  che circondano la casa.

 

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