Di Matteo Grassi. Era una partita insidiosa, quella andata in scena giovedì 3 dicembre allo stadio Olimpico. La Roma dopo la pesante sconfitta contro il Napoli doveva chiudere il discorso qualificazione. Serviva una risposta di carattere che la squadra capitolina ha dato. Fonseca come di consueto per le partite di Europa League, predilige fare un po’ di turnover. Si schiera con l’ormai consolidato 3-4-2-1 ma cambia molti interpreti rispetto alla disfatta di Napoli, vengono confermati , titolari, solo Cristante, Pedro e Ibanez. L’approccio alla partita della Roma è di carattere, contraddistinto da un assedio alla porta avversaria. Dominio del possesso palla ma come il calcio ci insegna, bisogna essere cinici e alla prima ripartenza lo Young Boys passa in vantaggio. La squadra capitolina non si scompone e trova il pareggio prima della fine del primo tempo. Fonseca con i cambi dopo l’intervallo da un messaggio chiaro alla squadra, non vuole sottovalutare l’avversario e vuole chiudere il discorso qualificazione e primo posto nel girone. Entrano infatti due titolarissimi, Spinazzola e Mkhitaryan, i quali aiutano la squadra nel forcing  offensivo. Dopo il vantaggio giallorosso, primo grandissimo goal in carriera del giovane Calafiori, Fonseca fa altri cambi. Con una situazione di vantaggio, Fonseca preferisce ugualmente mandare in campo altri due titolari fissi della Roma, Dzeko e Pellegrini, i quali al rientro dopo la positività al Covid 19 hanno bisogno di riacquisire la miglior forma. Inoltre con l’inserimento di due giocatori di livello e di carattere, Fonseca si augura di scongiurare cali di concentrazione. Nel finale la Roma trova anche la terza rete e termina il girone ,in testa, con una giornata d’anticipo. Buona risposta dalla squadra e buona prova anche da parte di Fonseca, che nonostante il turnover porta a casa i 3 punti. 

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