Di Alison Testa.

Una scatola vuota. Un’impresa con un solo dipendente e un solo indirizzo partecipava a gare milionarie, ma non esisteva. Dietro alle gare il gruppo di Michele Zagaria. Scatta un’altra interdittiva antimafia.

Il clan dei Casalesi è uno dei più potenti clan camorristici e una delle più potenti organizzazioni criminali al mondo. Originario di San Cipriano d’Aversa, in provincia di Caserta, inizia ad espandere il suo dominio anche sul territorio della Ciociaria, ed è proprio qui che la Prefettura di Frosinone, il  9 Novembre scorso, ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di una società fittizia, che faceva un’elevata quantità di denaro per conto del gruppo di Michele Zagaria; un’azienda “dematerializzata”, almeno in apparenza, in grado di vincere gare d’appalto pubbliche a troppi zeri, pur avendo un solo dipendente e come unico recapito quello di una cassetta postale appoggiata allo studio di un commercialista residente in un comune della Valle dei Santi, nel Cassinate. «In concreto, era una società di comodo per coprire altre imprese, riconducibile all’ambiente camorristico del clan di Michele Zagaria. Uno schermo all’illegalità» scrive la prefettura sulla sua pagina Facebook. «I proventi, quindi, erano destinati a questa famiglia dei Casalesi, per questo motivo nei giorni scorsi la Prefettura ha emesso un’altra interdittiva» sottolineando come in provincia «non vi sia traccia di un’economia camorrista». Gli interessi, però, sono evidenti. A raccontarlo le operazioni delle forze dell’ordine del territorio, spesso coordinate dall’Antimafia. Gli accertamenti, soprattutto sulle gare d’appalto vinte, ora sono doverosi.