Di Clarissa Leone. Oltre il danno, la beffa. Questo detto calza purtroppo bene alla maestra di asilo licenziata in tronco quando alcune foto intime di lei, inviate al compagno, sono state inviate su una chat di calcetto dallo stesso, senza nessun consenso della ragazza.

Purtroppo non è un caso isolato: sempre di più negli ultimi anni si parla di “revenge porn” (condivisione pubblica di foto o video intimi senza il consenso dei protagonisti degli stessi).

La situazione delle vittime, già complessa di per sè, viene appesantita ancora di più da conseguenze come quella che ha dovuto subire questa donna: il licenziamento.

Si assiste ad una vera e propria punizione della vittima, come a farla sentire sporca, sbagliata, quando l’unica vera cosa sbagliata è stata rendere pubbliche le sue foto. Oltre al tradimento del suo ex compagno, questa donna subisce una gogna pubblica quando viene portata dalla preside davanti a tutte le maestre. La pena invece del carnefice? Un anno di lavori socialmente utili, un nulla in confronto al danno morale, psicologico e ovviamente economico recato a lei.

La mentalità chiusa mista ad un finto perbenismo e ipocrisia sono ciò che caratterizza le persone che come queste maestre giudicano questo tipo di avvenimenti, persone che non riescono a scindere la vita sessuale privata di una persona dal suo lavoro, le stesse che magari con finta pudicizia vorrebbero fare le stesse cose e vanno avanti giudicando.

Per fortuna ci sono non solo donne, le più scontate in teoria a schierarsi dalla parte delle donne, ma anche uomini che si battono contro il revenge porn: le foto di tre insegnanti nude e senza volto con sotto la scritta #teachersdosex sono gli ultimi manifesti/provocazione di Andrea Villa, artista torinese.

Essere donne libere in questa società è una lotta continua, diventa poi ancora più faticoso e triste quando bisogna farlo contro le donne stesse. Quando capiremo che la sfera sessuale e il lavoro sono due cose separate, che quando avvengono episodi del genere la gogna deve essere fatta al carnefice e non alla vittima allora avremo raggiunto un traguardo molto importante per l’emancipazione sessuale del mondo femminile.