Di Giulia Capobianco. “Il Giornalismo aiuta”. “Ci vuole il coraggio per andare oltre”. “Riscoprirsi”. “Vogliamo una spinta”. “La paura c’è, ma noi, noi giovani senza guida non molliamo mai l’osso”. Noi giovani marinai siamo in difficoltà. Siamo giovani che non appena sanno come dirigere il timone di una barca; siamo giovani marinai inesperti delle tempeste, ma stiamo imparando. Ho proposto questo agli studenti, i miei coetanei, i miei compagni di viaggio, che assieme a me sono all’interno dello stesso porto e davanti allo stesso immenso timone. Ho proposto un problema, una visione realistica di quella metaforica tempesta, per gridare a tutti a voce alta, che noi abbiamo bisogno di una guida e che senza questa siamo dispersi.

Noi giovani non siamo solo marinai, siamo anche giornalisti…giornalisti di noi stessi, della nostra vita e di ciò che abbiamo dentro. Proprio per questo abbiamo insieme preso coraggio. “Ci vuole coraggio per andare oltre” – dice una studentessa, con voce decisa. Lei dice che le note di positività devono necessariamente essere contenute nel motore della nave, perché è quella che dà la spinta. Uno studente invece ha confidato di aver avuto tante difficoltà iniziali. Voglio raccontarvi un segreto: da quelle difficoltà si è rialzato proprio quando ha aggiunto quelle note di positività nella scatola del motore; ha visto che la tempesta, in questo modo, poteva essere affrontata diversamente. Ed è felice, lo ha gridato. Si è reinventato e ha riscoperto tutto ciò che prima per qualche assurdo motivo, passava in secondo piano.

Che bello ascoltare il vostro coraggio. Si, avete capito bene, ascoltare. Perché siamo costretti a stare dietro uno schermo digitale. Il coraggio è talmente forte però, che lo stesso schermo e addirittura quel paio di cuffiette vibrano. Lei dice anche che ha avuto dei dubbi, tanti dubbi. Ma come ogni giornalista ha voluto raccontarli e cercare, armata di lente di ingrandimento, la verità. Ha voluto gridarli, per poi vedere al di là della tempesta. Dice che ora è tutto più nitido, quasi senza nebbia, ed è già un enorme ostacolo in meno. Che bello imparare da voi, cari compagni, dalle vostre difficoltà, dalla vostra malinconia, dalla vostra felicità e semplicità. Che belle queste note di positività, le sto vedendo, e anche il motore adesso è più leggero.

Vi confido un altro segreto: vogliamo ripartire, sganciare le corde da quella boa immensa che ci lega al mare più profondo e tempestoso, lo vogliamo davvero. Vorremmo ancora qualcuno che ci porgesse una bottiglia dell’acqua durante questa faticosissima corsa ad ostacoli. Ma forse, come dice lui, la nostra guida, quella vera è il nostro coraggio, ma non per guardare al futuro, perché lui dice che la tempesta è il presente, bisogna affrontarla, non mollando mai l’osso.

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