Di Fiammetta D’Onofrio.  Ci  viene chiesto: in che modo riusciamo a dare voce al nostro io, al nostro pizzico di personalità anche solo attraverso il nostro armadio? Una cintura a volte fa la differenza. Antica quasi come la storia dell’uomo (ne sono state ritrovate, risalenti al neolitico) capo che va oltre il genere maschile e femminile, un accessorio così piccolo che può dire al agli altri che tipi siamo.

Da secoli ormai il suo utilizzo anziché essere solo quello di “tenere su” i pantaloni per gli uomini, la cintura è entrata nel guardaroba femminile come accessorio di completamento del proprio outfit. E una volta entrato nell’abbigliamento femminile ne sono successe di tutti i colori. Quindi le cinghie vengono realizzate in varie forme e dimensioni, decorate, abbinate ai pantaloni o ad un vestito. Anche la cintura vera e propria si è aperta a nuovi orizzonti: in pelle, in tessuto tecnico, di stoffa, classiche o con le borchie, più sottili o più spesse… insomma, ne esistono di tutti i tipi. Anche l’altezza nei secoli non ha avuto pace: tenuta in vita per far aderire meglio un vestito al corpo, sui fianchi per tenere dei pantaloni a vita bassa, poco più sotto il seno per rendere più morbida una camicia. Per alcune case di moda, come Gucci ne hanno fatto il loro accessorio più identitario, ma sono molti gli stilisti che per le ultime collezioni hanno riproposto cinture rivisitate. Max Mara ad esempio ha deciso di far sfilare in passerella le modelle, il cui punto vita caratterizzato da una cordicella stile marinaro con tanto di nodi e nappine e tanta femminilità! Questo per simboleggiare che non è necessario avere la cinta della miglior qualità per essere sempre cool e femminili, ma che basta  un pizzico di fantasia e creatività per poter essere sempre al meglio!

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