Valentina Fabbrini. Aumenta: ed in modo preoccupante. Non può essere palese ma tutti sanno che esiste: e sono in molti che desiderano provare, aumentare le prestazioni, pensare di essere sempre più insuperabili. Sempre più oggi ci ritroviamo a parlare di un fenomeno sociale chiamato doping che si sta divulgando rapidamente all’interno del contesto sportivo.

Il doping viene definito come una pratica sleale è un fenomeno negativo che influenza l’attività sportiva sin dai tempi della nascita dello sport.

Spesso quando si riscontrano casi di doping nelle palestre si ha di fronte uno scenario che non ha limiti nella dedizione alla pratica sportiva sia a livello amatoriale che professionale, si dimentica il valore dello sport come veicolo di benessere salutare, andando a contrastare ciò che sono i principi di una corretta competizione o performance.

Si sovrasta l’etica di ciò che è una palestra, un luogo in cui vige la passione per lo sport, dove si ritrovano bambini, ragazzi e adulti che vedono svanire questo senso di beneficio trasmesso dallo sport.

All’interno delle palestre è un fattore che coinvolge soprattutto fasce d’età deboli per lo più giovani vittime di un’irresistibile voglia di oltrepassare i loro limiti fisici per sentirsi più competitivi rispetto ai loro coetanei.

Gli stessi atleti sono identificati come coloro che vendono determinate sostanze, reclutando giovani insicuri delle loro abilità ma soprattutto ignari di quanto quei farmaci possano essere dannosi per la loro salute.

Chi abusa di determinate sostanze entra a far parte di un circolo vizioso dal quale è difficile trovare uno spiraglio di luce che riconduca alla realtà in quanto si tende ad avere un comportamento ripetitivo verso l’assunzione di sostanze dopanti viste come elemento di appagamento fisico e mentale.

In base a numerose indagini svolte nel corso degli anni, il circolo vizioso è per lo più gestito dalla criminalità organizzata che fa divenire la vendita di sostanze dopanti un business con cifre da capogiro riuscendo a sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.

Si necessitano maggiori enti che possano contrastare il doping attraverso dialoghi informativi sugli elementi negativi nonché nocivi delle sostanze dopanti e di quanto possa essere immorale adottare tecniche sleali per raggiungere un posto sul podio.