Di Martina Di Lernia. Prima entusiasmante serata del festival musicale più atteso dell’anno: si apre così la 71° edizione del Festival di Sanremo direttamente dal Teatro Ariston, condotto per il secondo anno consecutivo da Amadeus e da Fiorello. Ad un anno dallo scoppio dell’emergenza sanitaria, per la prima volta si respira un’ondata di musica nuova e un piccolo spiraglio di speranza per molti artisti e lavoratori del settore che tornano finalmente a lavorare su un palco, anche se privo di pubblico.

Un’edizione che se pur nella voglia di ricominciare, non può e non deve dimenticare quello che abbiamo e che continuiamo a vivere tutti i giorni: Alessia Bonari è il simbolo della lotta contro il Covid19, un’infermiera diventata virale sui social per un selfie che mostrava i lividi causati dalla mascherina che il personale sanitario è costretto ad indossare per quasi tutto il giorno.

Il suo intervento si è chiuso con un grande e commosso applauso a tutto il personale medico-sanitario che da un anno a questa parte rappresentano i soldati che combattono contro un nemico imprevedibile, sempre in prima linea, con un equipaggiamento spesso anche scrauso e insufficiente, per colpa di chi ha voluto lucrare anche sui morti.

È poi la volta dell’entrata in scena di Zlatan Ibrahimovic, campione svedese del Milan, che con l’arma dell’ironia e uno scambio di battute con Amadeus, fa suo il festival e detta le nuove regole di quello che chiama il “festival di Zlatan” : un palco troppo piccolo al confronto di San Siro, vanno riviste molte cose.

Un’altra carta giocata dal direttore artistico è quella di Loredana Bertè, che ha portato all’Ariston un medley dei brani più rappresentativi della sua grande carriera da indiscussa regina del rock italiano. Con la sua voce inconfutabile, decide di portare sul palco anche un altro importante messaggio (e problema) al pubblico, quello della violenza sulle donne, rappresentato da un fiocco rosso sulla giacca e quello della lotta contro il femminicidio, rappresentato da un paio di scarpette rosse poste al suo fianco per tutta la durata della sua performance : “al primo schiaffo bisogna denunciare”, ha tenuto a precisare, prima di lasciare il palco.

Tra gli ospiti più attesi e amati dal pubblico non può non essere citato Achille Lauro; tre anni fa quando fece la sua prima apparizione sul palco dell’Ariston, la scelta fece molto discutere, un’artista giovane che non è sicuramente il prototipo di artista che eravamo abituati a vedere in televisione che avrebbe addirittura portato una canzone che presumibilmente parla di una pasticca di ecstasy, era troppo da mandare giù per molti.

Eppure, è stato la più grande rivelazione degli ultimi anni: messo sul palco più per avvicinare il disinteressato pubblico giovanile al festival, alla fine è finito per essere apprezzato come un grandissimo artista, quale continua a rivelarsi, da un pubblico anche adulto.

Sicuramente è in grado di far parlare di sé, facendo scoppiare i social tra chi apprezza e chi disprezza; tra piume, lustrini e “un volto coperto dal trucco, la lacrima che lo rovina”: ci sono certe cose che non possono e non devono essere spiegate, vanno solamente guardate, l’artista deve mantenere quell’alone di mistero, che lo rende pragmatico e grande allo stesso tempo.

 

Una cosa è certa: di artisti, ospiti e personaggi dello spettacolo ne sono passati su quel palco, ma l’ombra di curiosità che emana Achille Lauro è ciò che aspettiamo e non vediamo l’ora di vedere in queste prossime serate.