Di Madalina Ilincuta. Mi sono persa quando il tuo cuore ha smesso di battere: sono rinata per tenere in vita il tuo ricordo.

‘’Pieces of a woman’’ di Kornél Mundruczó è un film che approfondisce un tema delicato come la morte di un figlio mai nato. Il regista racconta un evento vissuto in prima persona, intimo e straziante ’’nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per il dolore’’.

Il punto di vista è quello di Martha, una giovane donna che sceglie il parto in casa, ma quando arriva il momento qualcosa va storto. La sua ostetrica di fiducia è bloccata in un travaglio difficile e si fa sostituire da un’altra specialista, la quale amorevolmente incoraggia la neo-mamma in tutte le fasi del momento. Il regista ci offre 23 intensi minuti di sofferenza e grida animalesche, coinvolgendoci visceralmente con l’intenso dolore che la donna prova al momento del parto. Ci si stringe lo stomaco, ci tremano le mani, vorremmo liberare Martha da quel male che sta provando, vorremmo piangere con lei e prometterle che tutto andrà bene. Il cuore della bambina non si sente più, la tensione è al massimo, ci taglia il fiato…ma poi accade il miracolo: la bambina comincia a piangere. Tiriamo un sospiro di sollievo…Siamo ancora impauriti e facciamo bene ad esserlo, perché l’estasi dura solamente pochi istanti. La neonata non respira più.

Vanessa Kirby interpreta magnificamente la drammaticità di questo lutto assordante. La telecamera ruota attorno al suo viso per immortalare a 360 gradi ogni espressione, per capirla affondo ed entrare nel vivido della scena. I primi piani ci fanno rabbrividire, gli occhi della protagonista ci fanno percepire la potenza del dolore provato.

Kornél Mundruczó dà inizio al suo film con una scena talmente tanto forte ed emotiva che l’unico modo per valorizzarla è proseguire in modo piatto e statico, quasi apatico. I protagonisti desiderano la solitudine, non mancano lunghe scene di silenzi assordanti e la desolazione della loro casa, piena di foto sorridenti ma spoglia di amore, trascurata come le piante ormai appassite: il mondo esterno rispecchia l’aridità delle loro emozioni.

Ancora una volta, uomo e donna, affrontano il dolore in maniera diametralmente opposta.

Per scappare dall’apatia Sean ricade nel turbine dell’alcool e della droga, e vede nella sua amante una via di fuga alternativa. Martha si chiude in un profondo silenzio, diventando impenetrabile. La tristezza le travolge l’esistenza come se non avesse mai conosciuto la felicità, il rimbombo di quel dolce pianto è il primo ed ultimo ricordo di sua figlia. Vediamo come il dolore rivela tutte le sfumature di un rapporto di coppia, e lo distrugge se non abbastanza profondo.

Ci può essere vita dopo una tragedia simile? Come si può andare avanti dopo aver sentito il suo esile corpicino muoversi dentro di noi, dopo aver aspettato nove lunghi mesi per poter sentire il suo dolce profumo di latte, dopo aver provato un amore così puro e sincero. Non si può non sprofondare. Martha può fare solo una cosa: ascoltare se stessa e trovare dentro di sé la forza necessaria per sopravvivere, perché Pieces of a Woman, è anche una storia di redenzione e di rinascita. Cedere al dolore è più semplice che affrontarlo, ma avere la forza di rialzarsi è l’unica possibilità. Martha sa perdonare: al processo contro l’ostetrica, ritenuta colpevole di non aver svolto al meglio il suo lavoro, la perdona pubblicamente, affermando che distruggere la vita ad una persona non annullerà il suo dolore. Il perdono permette di rinascere, di ricalibrare la vita intorno all’amore, di guardare le cose con uno sguardo nuovo. E’ l’unico strumento di guarigione. La prima forma di perdono è sempre verso se stessi, per come abbiamo saputo o potuto gestire determinate situazioni. Accettare il proprio dolore, e le conseguenti emozioni, è un processo intenso e complicato, che ci cambia profondamente ma che ci lascia un terreno fertile, sul quale ricominciare. I cari che abbiamo perso risiedono nella parte più intima della nostra anima: anche quando sembrano persi nei meandri della nostra mente, basta un nonnulla per riaffiorare sulla nostra pelle.

Un film intimo, emotivamente violento, potente: analizza la forza distruttiva del dolore, l’amore di una madre per un figlio, l’accettazione della realtà, il saper perdonare. L’amore di una madre per un figlio perso tiene in vita una sola anima: la figlia di Martha vive dentro di lei.