Di Mirko Vinci. “Quella volta ho oltrepassato un limite, che non avevo mai superato”. Giovane, talentuosa, elogiata da riviste e critici, con due candidature ai Grammy Awards e oltre cento milioni di dischi venduti in tutto il mondo, sono stati in molti a definire Demi Lovato la Christina Aguilera della nuova generazione. Le battaglie della Lovato contro il bodyshaming e la trasparenza da sempre mostrata dei suoi disturbi alimentari l’hanno resa un modello da seguire per molti giovani: ma dietro il sorriso che mostrava ai suoi discorsi pubblici a favore della sobrietà e dell’essere fiduciosi in sè stessi si nascondeva una dura verità. Cadere nel mondo della droga e della dipendenza quando si è travolti da un successo del genere e se non lo si riesce a controllare, soprattutto in età adolescenziale, è un qualcosa che la storia ci ha abituati nel corso degli anni. Un mondo che molte volte si dimentica del cantante come persona, ma che vede solamente una macchina da cui ottenere un profitto. Album, tour, album, tour, un ciclo ininterrotto in cui la mente non riposa ed il corpo cerca altro, come se quello che si ha non fosse mai abbastanza. Un mondo che costringe ad un controllo dell’immagine e della persona che, lo si deve ammettere, non è un mondo adatto a tutti. Amy Winehouse, Whitney Houston, Jimi Hendrix, Michael Jackson sono solo alcuni dei grandi nomi che si sono fatti travolgere dalla parte marcia del successo e che non sono riusciti a venirne fuori. Era il 24 luglio 2018 quando le testate giornalistiche riportavano di un’overdose avvenuta durante un party a Beverly Hills: Demi Lovato, dopo essere stata abusata sessualmente dal suo spacciatore, è stata abbandonata nel suo letto. Tre ictus, un arresto cardiaco: le erano stati dati dai cinque ai dieci minuti di vita. Come si può vedere nel documentario che racconta caduta e recupero della popstar, disponibile gratuitamente su Youtube in quattro episodi da venti minuti ciascuno, oggi è qui: non può più guidare, poiché ha dei punti ciechi ed ha forti problemi di udito, quasi come a ricordarle ogni giorno cosa è successo. Molte volte si crede di avere il controllo totale della propria vita e si è convinti di saper controllare ogni cosa che possa succedere, ma è proprio questo il gioco: quando ti domandi fin dove puoi spingerti la verità è che forse quella linea immaginaria la si è superata da un pezzo. “Il recupero è un qualcosa su cui devi lavorare ogni singolo giorno ed è un qualcosa che non conosce cosa voglia dire prendersi un momento libero”.