Di Melania Barone. Costretti sul divano proprio, nella fase della vita in cui più è importante allontanarsi da casa. Gli adolescenti sono quelli che stanno pagando un prezzo altissimo. Ciò che preoccupa è la voglia di isolarsi.
Con la pandemia tutto si è fermato in una situazione di incertezza. E se c’è un’età in cui ci si sente onnipotenti, sicuri di sé e di poter conquistare il mondo, quella è l’adolescenza. Ma questo sembra non valere per l’attuale generazione: “Generazione Covid”. Quella che sta scoprendo all’improvviso e a proprie spese il senso del limite, la sua poca possibilità di controllare l’andamento delle cose. L’emergenza pandemica infatti, secondo degli studi, ha prodotto una generazione ferita e fragile, con un futuro gravemente compromesso da disuguaglianze economiche e sociali.
Questo periodo drammatico non verrà restituito a nessuno. Ma, alle nuove generazioni bisogna restituirgli la fiducia in un nuovo futuro. A loro supporto, perciò, nasce il progetto “Cronache dal futuro”: tutte le narrazioni degli adolescenti italiani inserite in un racconto collettivo under 18, dove riportano la loro vita rispetto all’emergenza sanitaria globale, e cercano di farlo come se la raccontassero a qualcuno tra 20 anni. Con questo progetto, si cerca di dare uno spazio di ascolto e di incontro tra gli adolescenti, dove il ruolo degli adulti è semplicemente quello dell’ascolto, favorendo così anche quelle relazioni tra generazioni.
A proposito di relazioni sociali interpersonali e sul loro futuro post-covid, interviene Massimo Recalcati: “Dovremo fare esperienza del reinserimento nella vita sociale. Abbiamo vissuto l’altro come una minaccia di contagio (…) Il Covid ha esasperato la doppiezza della necessità umana della relazione e, allo stesso tempo, della paura della relazione, l’altro è luogo di minaccia ma anche di respiro, una doppiezza che dobbiamo oltrepassare”. Consiglio molto importante non solo per questi adolescenti, ma per tutti noi. Per ripartire, insieme e più forti di prima.