Di Rebecca Tosi. Primo anno di università. Paura, ansia, emozione, sono solo alcune delle sensazioni che ho provato pensando a questo nuovo percorso. Ricordo il giorno della presentazione del corso di laurea, alla fine è arrivato il professore Marco Palma, che con un’entusiasmo, quasi fuori dal normale, ci ha iniziato a descrivere il corso di redazione giornalistica. Io sono rimasta incantata, la presentazione era stata così convincente che non ho esitato un secondo ad inserirla nel piano di studi. Poi pensandoci bene ho deciso di seguire le sue lezioni già il primo anno, forse perché mi sembrava un “porto sicuro”, un corso dove potermi esprimere e in un qualche modo “evadere” dalla routine.

La mia esperienza nel laboratorio è quindi molto positiva. La cosa a mio avviso più importante è la libertà di espressione che il professore lascia a tutti i suoi studenti, perché a differenza di tanti altri, in questo laboratorio nessuno si è sentito un numero, siamo stati tutti chiamati per nome e abbiamo potuto raccontare le nostre storie. le lezioni si articolano in due fasi, la prima è la spiegazione da parte del professore, ma anche questa è sempre molto dinamica, poi durante la seconda ora c’è la parte più bella e stimolante che è quella del dibattito. Il professore assegna un tema ad uno studente, che dovrà svilupparlo prima della lezione e da lì ogni studente è libero di poter dire ciò che vuole riguardo al tema e se condivide o meno l’idea espressa dallo studente che conduce il dibattito.

Come detto il laboratorio è interattivo e nonostante la situazione che stiamo vivendo, il professore ha cercato di renderlo il più vero simile agli scorsi anni, facendoci condurre per una settimana del tg di tvgnwes, dando le notizie più importanti della giornata sempre accompagnate dal suo commento, in maniera da poter capire cosa andava e cosa no. Ci sono state poi le rubriche video, nel mio caso quella di spettacolo, dove una volta alla settimana dovevamo consigliare serie tv o film da poter vedere a casa. Infine ci sono gli articoli, parlo di veri e propri articoli di giornale, che sempre a seconda della redazione di appartenenza, bisognava scrivere. Anche qui il professore mi ha sempre lasciato carta bianca, perché credeva nel mio potenziale, anche se non sono mancate le tirate d’orecchie.

Un’altro fattore importante è che tutto quello che si fa in laboratorio non resta in laboratorio, ma viene condiviso sui portali social e sul sito web di tvgnwes, proprio perché il nostro lavoro possa essere visto e letto in tutto il mondo. Si, ho detto tutto il mondo, infatti durante il corso non sono mai mancati i report da parte del professore su chi ci leggesse e da dove, e con molto piacere posso dire che abbiamo avuto lettori persino in Nuova Zelanda.

A chi frequenterà il corso voglio dire una sola cosa “non prendete mai d’aceto”, in questo laboratorio si ride e si scherza ed è un pò come se entraste nella famiglia di tvgnwes per un semestre, quindi sarebbe irreale prendersela con qualcuno di “famiglia” perché ha un’idea diversa dalla vostra. Non vi sentirete mai soli, perché nel gruppo whatsapp si parla sempre e si commenta tutto ciò che viene fatto, in modo da poter fare un lavoro costruttivo con tutti.

Inoltre ci tengo a dire che questo laboratorio mi è servito tanto anche al livello umano, perché ho conosciuto molte persone e ho trovato un professore che ci ha seguito dall’inizio alla fine, non soltanto al livello scolastico, ma proprio al livello umano, l’essere realmente interessato nel sapere come stanno i suoi studenti, se stanno affrontando un periodo difficile, o semplicemente chiedere com’è andato l’esame di un’altra materia, basti pensare che a inizio corso chiede a tutti la data di nascita per poter fare gli auguri durante l’anno.

Spero di aver reso anche se in una minima parte quello che potrà essere partecipare al laboratorio di redazione giornalistica, sembra scontato ma lo dico, lo consiglio vivamente.