Di Beatrice Ponzo. ​Le cose non sempre sono come appaiono e spesso sanno sorprendere: lo so per certo dopo aver trascorso gli ultimi mesi a frequentare il laboratorio di redazione giornalistica. Essendo io una studentessa di scienze del turismo e dello sport e avendo letto il titolo del corso come “giornalismo sportivo” (solo in seguito si è rivelato essere un laboratorio) avevo l’assoluta certezza che si trattasse del classico corso su come impostare gli articoli inerenti allo sport, quali argomenti selezionare rispetto ad altri, quale lessico utilizzare e via dicendo.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa nel primo momento in cui ho messo piede nell’aula dove si teneva questo laboratorio, capendo subito che sarebbe stato diverso, grazie al discorso che stava facendo il docente e organizzatore Marco Palma nel quale metteva in chiaro che ciò che insegna è giornalismo “di vita” ossia più viscerale, scardinato dai soliti schemi. Il messaggio che mi è arrivato è stato forte e chiaro: chiunque può scrivere un articolo, chiunque può raccontare un fatto di cronaca o di cultura se ha le giuste direttive e le informazioni necessarie ma l’importante è far trasparire l’anima di chi sta scrivendo, ritrovarla nelle parole e nelle frasi. Tutti noi componenti del laboratorio, entrando a far parte della redazione diretta dal prof Palma, abbiamo avuto l’onore di scrivere varie tipologie di articoli, contribuendo alla diffusione di notizie rilevanti e rubriche interessanti e ricevendo ogni volta consigli utilissimi per il nostro bagaglio di crescita personale. Le lezioni sono diventate occasioni di dibattito su molteplici argomenti e quindi di confronto tra noi ragazzi: siamo stati liberi di parlare a cuore aperto, ridere, commuoverci senza mai essere giudicati ma anzi spronati a catapultare quelle emozioni su una pagina bianca. Sarò per sempre grata al prof Palma e alle sue brillanti assistenti per averci mostrato un lato diverso del giornalismo ed averci insegnato a farlo nostro per raccontare “di pancia” le avventure della vita, nostra e degli altri. Grazie di cuore