Di Eleonora Diamante. Giornalismo dello sport, questo è stato il laboratorio che ho frequentato insieme ai miei compagni in questo ultimo anno di Università. Non credo avrei potuto chiudere questo percorso universitario nel modo migliore perché questo corso è riuscito a darmi qualcosa che va oltre le competenze didattiche di un qualsiasi esame, ha lasciato qualcosa dentro di me che mi accompagnerà tutta la vita. Durante la prima lezione, alla quale abbiamo partecipato molto spaesati siamo stati accolti dal professor Palma nella maniera più calorosa possibile. L’impressione era quella di essere entrati a far parte non di un gruppo classe, con il quale si interagisce nelle due ore a settimana previste, ma di un gruppo più solido, composto da persone che nel tempo sono diventate molto più importanti grazie alla condivisione di pensieri anche su temi delicati che richiedevano un’apertura di cuore e di anima che spesso mette in difficoltà noi giovani. Da subito siamo stati catapultati in una realtà che vedeva come fondamentale lo scambio di opinioni e di idee nel rispetto degli altri; ciò ha permesso di distaccarci dal nostro pensiero ed imparare a guardare l’altro con interesse perché il suo punto di vista può essere comunque utile per avere una maggiore consapevolezza della diversità di ognuno, ma soprattutto per avere un quadro più completo su alcuni aspetti importanti della vita. E’ stato un laboratorio ricco di stimoli e mi ha messo davanti a compiti che fino a poco tempo fa trovavo “scomodi” ma che affrontandoli penso mi abbiano fatto del bene. I miei progressi sono emersi anche grazie al gruppo che si è dimostrato essere sempre molto sensibile, rispettoso, critico nel modo giusto e di supporto, così come il professore e le assistenti che ci hanno lasciato sempre la libertà di esprimerci, senza pressioni sul fatto di dover riuscire subito, rapportandosi con noi con estremo tatto nel rispetto della nostra persona. Ogni giorno ognuno mette in gioco sé stesso in ciò che scrive, spogliandosi mostrando la propria anima, le proprie fragilità e la voglia di dire ciò che si pensa, senza paura del giudizio e con il coraggio che ogni giornalista di vita dovrebbe avere, così da essere d’ispirazione per le persone che hanno più paura e per combattere per un mondo migliore. Questo fa emergere l’importanza della parola come strumento che può supportare, cambiare delle vite e diventare un grido alla giustizia; un messaggio chiaro, forte e diretto che questo corso ci ha lasciato.