Di Anastasya Anastasi. Da sempre è la chiamata la nobile arte: dove i pugni, l’avversario al tappeto, il sangue a volte sul volto degli atleti sembra non intaccare il desiderio di assistere ad un incontro sul ring. E questo riguarda anche le donne, perchè il pugilato femminile c’è! E’ uno sport femminile (per legge), che piaccia o no, le donne devono poter scegliere se salire sul ring o meno. In Italia, dal 2001,  grazie al decreto Veronesi, viene infatti autorizzato il pugilato agonistico femminile. Un risultato storico verso le pari opportunità. Sono ancora molte le persone che però rimangono scettiche davanti ad una donna che pratica il pugilato perché è una realtà che mette in discussione gli stereotipi tradizionali che categorizzano la donna.  Resta tuttavia una forte disparità anche da un punto di vista economico tra i guadagni delle donne e degli uomini. La lotta non è solo nel ring ma anche fuori. Bisogna abbattere i pregiudizi, parlare di veri atleti ed eliminare l’eterno confronto uomo-donna. La boxe è una nobile arte per tutti e lo dimostra la prima storica medaglia di bronzo di Irma Testa alle recenti Olimpiadi di Tokyo. Un bronzo simbolo della grande crescita di questa disciplina sportiva a livello femminile. Negli ultimi anni le medaglie importanti sono state portate alla Federazione Italiana da donne.

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