Di Sara Mauta
Il regista Edoardo Falcone ricorda Gigi Proietti, nella sua ultima interpretazione in Io Sono babbo Natale, commedia appena uscita al cinema; è una storia semplice, adatta ai bambini come ai genitori, che si poggia su interpretazioni piene di umanità, senza negare le difficoltà di chi ha attraversato la vita e conserva del nocivo nel suo percorso . All’interno del film vengono rappresentati due archeotipi umani :l’uomo che pensa esclusivamente a se stesso, senza preoccuparsi dei problemi altrui e Gigi l’uomo evoluto in grado di dare senza aspettarsi qualcosa in cambio. Quante sono le persone che oggi si comportano come l’inestimabile attore romano ?Quante considerano il Natale come momento in cui bisognerebbe fermarsi per apprezzare le cose belle della vita? È questo quello che la commedia mette in evidenza , spingendo il pubblico a soffermarsi non sempre su trasformazioni fisiche o materiali ,bensì riflettere sul cambiamento interiore e capire che i poteri sono importanti, ma senza una vera trasformazione dell’essere servono solo a fare del male. Il film ci induce a pensare che nella vita tutto è possibile, anche trovare la forza di cambiare strada, ci esorta a credere nella resilenza ,quella capacità ad oggi scomparsa , volata chissà dove, di reagire in modo positivo , e con entusiasmo anche di fronte ad un evento spiacevole, traumatico , di rimettersi in gioco dinanzi alla difficoltà , è la forza nel cambiare armatura e tornare a lottare senza perdere di vista tutti gli aspetti positivi che il mondo continuamente ci dona . È esattamente questo che Proietti nelle vesti di Babbo Natale cercherà di trasmettere ad Ettore ,ragazzo che per via della sua infanzia si è ritrovato ad essere egoista .Con dolcezza proverà a fargli capire che in realtà non bisogna ostentare ad una conoscenza permanente di sè perché l’anima ha più volti ,il nostro carattere può mutare , il nostro pensiero può cambiare e nuovi talenti possono nascere . Cosi Gigi Proietti, saluta il suo pubblico ed esorta l’uomo al cambiamento.
