Di Gabriel Uccheddu. Non dico che sia stato difficilissimo ma neanche cosi facile. Si, perchè per quante ”due chiacchiere” puoi farti su questo tema, la lacrima è sempre in tasca. Ho deciso di esprimermi sul tradimento, perchè volevo donare me stesso agli altri, volevo mettere nelle loro mani le mie difficoltà ed i miei dispiaceri, e vedere se riuscivano a comprenderli , oppure se ero solo, anche questa volta. E’ stato bellissimo, ho scritto di me e delle mie sofferenze, raccontando ogni singola lacrima, ogni singolo brivido, ogni singolo grido che in tempi trascorsi mi distrussero. ”Ed eccoci qui” mi son detto con il fiato mozzato dall’ emozione. il prof ha pronunciato il mio nome non voglio alzarmi dalla sedia ma so che devo farlo, è un pò un obbligo morale, qualcosa di forte che mi si è smosso dentro. Devo alzarmi mi sono detto con il fiato mozzato dall’emozione, cosi raggiungo la cattedra e inizio a leggere me stesso. Si, perché in quel foglio bianco, c’è Gabriel. Dopo aver finito la lettura, alzo gli occhi e sono tutti fermi, immobili, come inchiodati ognuno alla propria sedia. ” E chi se lo aspettava che la mia esperienza con il tradimento coinvolgesse cosi tanto?”, io di certo non avevo fatto i conti con l’empatia degli altri, io non sono mai stato capito… eppure questa volta mi sono sentito compreso e accolto. Che bella sensazione è nata dentro di me, finalmente qualcuno che ha versato le mie stesse lacrime e gridato come me c’era davvero. Scriverei di tradimento ancora una volta, mille volte ancora e con la stessa emozione lo leggeri nuovamente davanti a tutti.

I ringraziamenti sono doverosi. Un grazie speciale al professore che ci ha accolto e custodito calorosamente in questo eccezionale laboratorio. Un grazie infinito a tutti i ragazzi e le ragazze che con molta maturità hanno compreso ed esposto i loro dubbi.

 

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