Di Ludovica D’Agostini .Non saprei da dove iniziare per descrivere al meglio ciò che si è venuto a creare con delle semplici parole, che evidentemente hanno colpito un po’ tutti nel profondo del cuore. Quando il professore mi ha scelto per parla

re di questo argomento, a me molto vicino, sono andata subito nel panico e l’unica cosa che pensavo era come descrivere al meglio ciò. Pensavo costantemente a come far arrivare a tutti quanti il messaggio.

Quando mi ha chiamata per andare alla cattedra per leggere tremavo, tremavo perché avevo paura e non sapevo a cosa sarei andata in contro.  Inizio, con la voce tremolante, con qualche parola mangiata, con il cuore a mille e con le lacrime li lì che sentivo. 

Dentro di me pensavo “dai c’è l’hai fatta hai quasi finito di leggere” e invece di colpo, iniziano a scendere, tutte le mie lacrime, le parole che non sono più riuscita a leggere sono iniziate a scendere. Mi vergognavo e mi incolpavo per aver lasciato che scendessero tutte,ma di colpo alzo gli occhio e vedo. Li mi sono resa conto che moltissime ragazze stavano o avevano già vissuto quel momento. 

Mi sono sentita meno sola, mi sono sentita veramente capita e ciò mi ha aiutato molto. 

Non siamo sole, siamo piene di forza, solo che è un po’ nascosta. Insieme riusciremo, dandoci forza. 

In una valle di lacrime pensavamo di essere soli, tristi e deboli. Invece eravamo tutt’altro. 

Tutto ciò mi ha aiutata moltissimo. La voce tremolante, le parole rimaste incastrate nella gola, quei pensieri non detti… ci sono molte cose che avrei voluto dire, avrei voluto rispondere a tutte quelle domande che mi sono state fatte e invece, la mia paura mi ha bloccata. Si è vero mi sono vergognata ma c’è stato un momento, un preciso momento, dove incrociando tutti quegli occhi pieni di lacrime, ho capito… ho capito che nessuno me ne avrebbe fatto una colpa perché, indovinate un po’? Alla fine dei conti siamo tutti un po’ “Ludovica”.

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