Di Camilla Galiano. I brividi, l’adrenalina, quell’eccitazione che provi quando non sai cosa ti aspetta il giorno dopo. Sensazioni che creano dipendenza perché non c’è cosa che da più assuefazione del non avere il controllo e vivere alla giornata sempre in attesa di un evento sconvolgente.
Ma nelle relazioni è una cosa positiva?
La risposta è no. Perchè tutto il quadretto adrenalico ed emozionante citato sopra NON crea stabilità. E senza stabilità non si viene a creare una quotidianità e senza quotidianità siamo sinceri, non può esserci una vera e proprio intimità.
Una relazione vissuta alla giornata solitamente è composta da due persone che vivono il rapporto in maniera un po’ “toxic”, come è chiamato oggi.
Molto spesso ci ritroviamo in queste relazioni in cui si litiga tanto, ci si lascia, si sta male, fin quando uno dei due non torna sui propri passi con una sorpresa mozzafiato e si torna insieme, ma solo fino alla prossima uscita di scena che solitamente dura uno/due giorni; costanti tira e molla che fanno male si, ma ci fanno sentire vivi.
Ci abituiamo al dolore, alla separazione, alle urla e all’assenza e li accettiamo, perché tanto nel giro di pochi giorni tutto tornerà apposto e anzi, sara più bello ed eccitante di prima. Ma una relazione del genere lascia il tempo che trova e noi non ce ne rendiamo conto nel momento in cui la stiamo vivendo, perché le emozioni provate sono forti, eccessive, dallo stare malissimo allo stare benissimo in un battito di ciglia. Senti ogni emozione fin dentro le ossa. Peccato che poi il lascito sarà composto esclusivamente da insicurezza, in un futuro partner e nel futuro stesso che non sei abituato a vedere, a toccare con mano. Diventiamo allergici alla noia, alla monotonia, alla quotidianità e cerchiamo il loop in ogni relazione per rivivere sempre le stesse cose emozionanti. Ma cerchiamo le emozioni nelle cose sbagliate. Gli anni passano, e il momento del conto arriva e tu sei lì, spaesato, diventato una persona toxic a tua volta, e hai paura: paura di non trovare nessuno, paura di non essere abbastanza e paura che l’altro non lo sarà mai.
Siamo ossessionati dall’evitare come la peste la monotonia, la quotidianità. La noia. Il terrore della noia. La cosa che non sappiamo però e che forse dovremmo tenere in considerazione di più, è che la noia è un emozione normale e che è inevitabile trovarsi a provarla.
Le relazioni sane e probabilmente durature, sono quelle dove il brivido e l’adrenalina non sono una priorità.
All’inizio sei emozionato, eccitato, ma poi devi iniziare a costruire e non si costruisce con il fomento del dopo scenata: si costruisce seduti a tavolino, dove entrambe le parti mettono sul piatto dubbi, paure e sogni e insieme si prova a comporre il puzzle. Ma questo puzzle non lo crei saltellando a destra e a manca, lo crei con pazienza, compromesso, sacrificio: lo crei evitando discussioni, scenate. Non esiste chi scappa nella speranza di essere ripreso, perché in un rapporto maturo nessuno scappa, nessuno corre, ma si cammina insieme. E questo porta inevitabilmente a momenti di monotonia, di noia ed è normale. Vuoi condividere la vita insieme ad un persona e la vita è fatta di questi momenti (a meno che tu non sia uno dei personaggi di Point Break). Le emozioni che provi in una relazione dove esiste anche la monotonia dovuta al normale corso della vita, saranno intense mille volte di più, perché durevoli nel tempo e soprattutto concrete, perché concreto sarà il futuro con la persona che ami. Non dobbiamo temere la quotidianità perché è lei che ci manda a dormire tranquilli che la persona che abbiamo accanto, domani sarà lì per noi.