Di Martina Gentilli .

 

È tornato nei cinema, uno dei generi più amati dalla gente… Quante volte ci siamo immaginati di poterci trovare in situazioni catastrofiche come tsunami, tornadi o addirittura meteoriti che distruggono la terra cadendo dallo spazio. Don’t look up, uscito l’8 dicembre nei cinema e prossimamente anche sulla piattaforma Netflix, racconta proprio questo. Una cometa grossa come il monte Everest sta per entrare in rotta di collisione con la Terra. Sta per succedere un’apocalisse e a causarla è proprio il disastro climatico degli ultimi anni. La notizia viene minimizzata quasi ignorata e la gente continua la sua vita come se nulla fosse. È una fortissima provocazione il film di McKay, che ci dice di spingerci oltre, di guardare cosa c’è dopo il nostro naso, di non negare l’evidenza e ammettere che il futuro sarà nero.  Riguarda tutti noi, ogni giorno, sopratutto dopo la Pandemia da cui siamo travolti da ormai quasi 2 anni. I temi centrali sono senso di responsabilità e testa sulle spalle, attenzione per noi e per chi verrà dopo. Il titolo già ci diceva tutto  “Don’t Look Up” ovvero “Non guardare verso l’alto”, frase colma di significato. I protagonisti di questa campagna di sensibilizzazione comica messa in atto da McKay sono Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence, che vedremo con una frangetta rossa destinata a far discutere. Il playboy americano e sogno di ogni ragazzina e non solo, si trova nei panni di un intelligentissimo studioso, con a fianco la famosissima attrice, che è invece una laureanda in astronomia. I due rappresentano la lotta che tantissima gente affronta da tempo contro la miopia e la superficialità. McKay confessa di essersi ispirato ad, Il Dottore Stranamore e Quinto Potere, di cui Don’t Look Up è un punto di incontro. Un Armageddon ma presentato in chiave di commedia che punta sull’improvissazione, come risulta anche dalle dichiarazioni durante le riprese. Un film che ci può far sorridere, divertire, riflettere e ci può far trarre molte conclusioni. Una di questa potrebbe essere quella di smettere di “oscurare le nostre lenti”, renderci conto del luogo in cui viviamo e fare qualcosa per migliorarlo, per noi e per chi verrà dopo.

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