Di Alessandro Gibertini. Sprazzi di bel gioco spazzati via da momenti di black-out totale sono la fotografia della stagione biancoceleste, da definire quasi “bipolare”. Una Lazio capace di imporsi contro grandi squadre come Inter e Roma, ma costretta ad arrendersi sotto i colpi pesanti di Bologna e Verona:è già tempo di bilanci per la Lazio. Una cosa è certa: la squadra può e deve dare molto di più. E subito aleggia il ricordo di Simone Inzaghi. Una formazione che mostra tanto orgoglio in Europa, seppur uscendo contro la realtà di Oporto, comandata dall’ex Coinceçao, che poi viene tramortita dal Milan in Coppa Italia. Due facce della stessa medaglia. La priorità resta cambiare sotto l’aspetto mentale. Una problematica che i giocatori in campo si trascinano da tempo. Una lacuna che mister Sarri non riesce ancora a colmare. E la piazza capitolina difficilmente prende le cose alla leggera.

Inzaghi non sarà mai dimenticato per il lavoro svolto .  Sia da calciatore sia, soprattutto, da allenatore. Il paragone vien da sé. Un tecnico capace di portare la Lazio ai vertici della classifica, esprimendo al massimo il potenziale di ogni membro del proprio team. Abile nella gestione delle partite importanti come testimoniano i tre trofei vinti durante la sua epoca (due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia), oltre allo scudetto sfiorato causa epidemia globale. Ma le storie hanno un inizio e una fine. Anche se la modalità di divorzio scelta dal mister lascia un po’ l’amaro in bocca a tutto l’ambiente.

Ora il futuro ha solo un nome e un cognome: Maurizio Sarri. Un allenatore affermato e schietto. Un tecnico che sa di aver accettato una grande sfida e un enorme senso di responsabilità. Malgrado le difficoltà iniziali, date dal completo stravolgimento delle tattiche e del modulo (da un 3-5-2 conservativo si passa ad un 4-3-3 propositivo, rapido e dispendioso), i biancocelesti si trovano in piena zona europea. Pressing alto, ripartenza dal basso, gioco a uno-due tocchi sono solo alcune caratteristiche che contraddistinguono la Lazio sarriana. Un percorso decisamente in crescendo. C’è ottimismo per quel che sarà. Oltre alla fiducia rinnovata dal presidente Lotito nei confronti del tecnico toscano. La parola chiave è pianificazione. Ma serve man forte sul piano del calciomercato. È lì che la società deve fare un piccolo sforzo in più.

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